EMOZIONI DI VIAGGIO A LAURITO: BELLEZZE NATURALI, ARTE STAORDINARIA, MONACI BASILIANI NOBILI ILLUMINATI, EROI E RIVOLUZIONARI

9 febbraio 2017 | 21:34
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EMOZIONI DI VIAGGIO A LAURITO: BELLEZZE NATURALI, ARTE STAORDINARIA,   MONACI BASILIANI NOBILI ILLUMINATI, EROI E RIVOLUZIONARI

Affreschi S.Filippo d’Agira   I paesi disseminati sui declivi pedemontani dell’Antilia sono scrigni di tesori di storia, di arte e di tradizioni nobili. I paesaggi sono da delirio di piacere con quelle frequenti balconate sulle vallate del Lambro e del Mongardo e sul mare, lontano, di Palinuto e della Molpa. Alle spalle la barriera dei […]

Affreschi S.Filippo d’Agira

I paesi disseminati sui declivi pedemontani dell’Antilia sono scrigni di tesori di storia, di arte e di tradizioni nobili. I paesaggi sono da delirio di piacere con quelle frequenti balconate sulle vallate del Lambro e del Mongardo e sul mare, lontano, di Palinuto e della Molpa. Alle spalle la barriera dei monti con i castagneti ad invasione di centri abitati e più su le faggete delle cime luminose di sole. Oggi sono a Laurito che ride nella luce in una limpida giornata di incipiente primavera Mi godo un panorama di bellezza e di armonia da un anfiteatro di colline, che digradano dolci verso il corso del Mingardo zigzagante nel fasto della vegetazione e nel verde argenteo degli uliveti increspati da una brezza lieve. E le ultime case del paese danno l’assalto ai castagneti del Fulgenti, che si configura ed è una imponente quinta di protezione del centro abitato oltre che paradiso degli escursionisti a conquista di emozioni tra percorsi di trekking e raccolta di funghi e frutti del sottobosco nella stagione giusta.
Di fronte mi sfavilla Roccagloriosa con il suo prezioso carico di arte e storia; e più in là si staglia imponente il massiccio del Bulgheria a veglia e protezione del mare del Golfo di Policastro. Da un lato Rofrano rievoca storie di abati potenti ed Alfano si stende a margine di strada e a penetrazione di breve vallata umbratile con la gloria delle dimore gentilizie dai portali in pietra viva; dall’altro, Montano sigilla sul bianco delle lapidi murate la sua storia rivoluzionaria. Più in là il Gelbison, la Montagna Sacra, racconta pellegrinaggi di fede e di cultura. L’eco della sua grande storia Laurito la esalta e la ingigantisce già nel nome. Secondo alcuni deriverebbe dal bosco di lauro, pianta che pure è presente nel territorio e vi cresce spontanea. Ma, probabilmente, la lettura più corretta è da collegare alla diaspora dei monaci italo/greci, che, in fuga dalla furia iconoclasta di Leone III Isa urico, vi trovarono rifugio nelle montagne impervie ed inaccessibili e trasformarono grotte e caverne in “laure”, i primi nuclei delle future abbazie. Di qui Laurito, terra dì ”laure, appunto. E d’altra parte, elementi greco-bizantini sono presenti sia nel lessico dialettale che nella toponomastica locale. Ed è quasi certo che colonizzatori d’oriente, provenienti dalla vicina costa della Molpa e Palinuro, risalirono il corso del Mingardo e si stanziarono dapprima sulla riva destra del torrente Utria, come testimoniano i resti di una antichissima cappella dedicata a San Vito, per fermarsi, poi, definitivamente nella parte inferiore dell’attuale abitato.
Ma per cogliere il meglio della storia del paese bisogna incamminarsi a passi lenti nell’incantevole centro storico, dove i luoghi, pur nella fisicità immobile di palazzi, vicoli e slarghi, hanno voce per chi abbia orecchie aduse all’ascolto del passato e soprattutto cuore per captare scariche emozionali di ricordi .Ed infatti, a saper leggere gli stemmi delle famiglie gentilizie e a riflettere su lapidi ed iscrizioni, allo schermo della memoria fanno ressa baroni normanni e principi longobardi, saraceni predoni e monaci colti e santi e, via via,dignitari angioini e cortigiani aragonesi fino ai duchi di Monforte, che segnarono la storia di Laurito e del circondario in secoli di dominio illuminato. Ma il paese ha scritto belle pagine di storia risorgimentale nelle varie rivoluzioni cilentane. Gli appassionati del genere non hanno che da leggere lapidi, tante, e sfogliare memorie per riscoprire una folla di eroi, intellettuali, professionisti, semplici popolani, che, dopo aver giurato fedeltà alla Carboneria, parteciparono ardimentosi ai moti del 1828 e del 1848.
Ma forse le sorprese più belle di questo centro, antico e nobile, sono da ricercarsi e cogliere in quel sorprendente tesoro della Cappella Gentilizia, inglobata nella Chiesa di S.Filippo d’Agira. Sono affreschi di straordinaria fattura, che testimoniano la ricchezza e la sensibilità dei committenti e che lasciano a bocca aperta il visitatore impreparato a trovare tanta gloria e bellezza in un piccolo appartato centro del Cilento interno. Oh, la ricchezza sconosciuta della mia terra, che meriterebbe ben altra valorizzazione sui mercati della offerta del turismo culturale, se solo disponesse di un progetto integrato di sviluppo! A quando una scossa di fantasiosa attività del Parco Nazionale, che amministra(?) uno straordinario patrimonio di cultura e di arte oltre che di bellezze naturali? Lascio Laurito con l’amarezza di un decollo mancato e con la speranza di un futuro migliore, mentre monaci d’oriente, baroni, duchi, signori illuminati ed eroi fanno ressa alla memoria, sciamano dall’intrico del Centro Storico compatto nella sua bella architettura e reclamano il loro di ritto alla storia in un pomeriggio di tiepido sole di incipiente primavera e le emozioni forti mi smuovono le maree del sangue e si fanno poesia. E’ l’unico dono d’amore che posso fare alla mia terra, nella certezza che non sarà apprezzato da quanti la governano ma forse, feriranno di dolcezza il cuore di qualche giovane aperto a speranze di futuro: Ride di sole ai piedi del Fulgenti/Laurito ed espone la sua storia/tra chiese e case ad evocare santi/baroni, eroi e monaci d’oriente/ Nella vallata al verde dei coltivi/il fiume scorre lento alla conquista/del mare della Molpa e Palinuro/che canta miti e nenie nelle grotte/e seppe sbarchi di pirati truci/ di igumeni alla fuga iconoclasta/ a conquista sicura di rifugi/ nelle grotte-caverne di montagna/E nacquero conventi ed abbazie/a gloria di storia prestigiosa”.Ai miei lettori che invito a fare una scampagnata fuori porta e ad emozionarti di bellezza nella visita di Laurito, consiglio di leggere il bel libro di Giuditta Pace “LAURITO UN PAESE DEL CILENTO”. È una guida preziosa per cogliere le perle sconosciute di uno scrigno di tesori. Io l’ho fatto e la lettura mi ha arricchito molto scaricandomi forti ed intense emozioni a terremotarmi cuore anima e pensieri.
Giuseppe Liuccio
g.liuccio@alice.it