FACCIAMO CHIAREZZA SULL’ELETTROSMOG E SULL’IMPORTANZA DI UN PIANO DI INSTALLAZIONE COMUNALE

18 febbraio 2017 | 17:33
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FACCIAMO CHIAREZZA SULL’ELETTROSMOG E SULL’IMPORTANZA  DI UN PIANO DI INSTALLAZIONE COMUNALE

Egregio Direttore, sono Roberto Gebbano, Ingegnere delle Telecomunicazioni, responsabile tecnico della TESEM S.R.L. di Sant’Agnello. Le scrivo con l’auspicio che possa pubblicare quest’articolo al fine di fare chiarezza su una materia tanto delicata quanto poco conosciuta come quella dell’elettromagnetismo, con particolare riferimento ai ripetitori di telefonia mobile. Ho ritenuto necessario scriverle poiché troppo spesso ho […]

Egregio Direttore, sono Roberto Gebbano, Ingegnere delle Telecomunicazioni, responsabile tecnico della TESEM S.R.L. di Sant’Agnello.

Le scrivo con l’auspicio che possa pubblicare quest’articolo al fine di fare chiarezza su una materia tanto delicata quanto poco conosciuta come quella dell’elettromagnetismo, con particolare riferimento ai ripetitori di telefonia mobile. Ho ritenuto necessario scriverle poiché troppo spesso ho letto su diverse testate locali articoli molto disinformativi in materia, e sono certo che ci sia della buona fede in cuore a chi li ha scritti, ma poca conoscenza di una tematica così “di nicchia”.

Giusto qualche giorno fa la mia Azienda ha ricevuto incarico dal Comune di Massa Lubrense per avviare una campagna di monitoraggio dei campi elettromagnetici finalizzata a determinare le attuali condizioni del fondo EM sul territorio massese, in particolare nelle aree sensibili e nelle aree più prossime ad emittenti radioelettriche (per telefonia mobile e non solo). Giusto quest’oggi sono venuto però anche a conoscenza di un articolo pubblicato su una nota testata giornalistica su carta che con un titolone da film horror annuncia l’attività che ci è stata conferita: <<Antenne killer, c’è la svolta. Al via i controlli anti-tumori>>. Un titolo del genere crea un falso allarmismo, perché in una fase di valutazione preliminare del fondo elettromagnetico come quella che avvieremo a Massa Lubrense è assolutamente inopportuno parlare di “antenne killer” e associare addirittura patologie oncologiche alla presenza delle sorgenti radioelettriche sul territorio.

Le premetto che la nostra Azienda vanta una pluriennale esperienza nel campo del controllo delle emissioni elettromagnetiche, e vanta tra i propri clienti l’aeroporto internazionale di Venezia, l’aeroporto internazionale di Napoli, oltre a diversi Comuni locali (abbiamo centraline di monitoraggio attive a Sorrento e a Minori, e vantiamo diversi studi radioelettrici e incarichi sulla totalità dei comuni della penisola sorrentina, ma non solo).

Il controllo delle emissioni elettromagnetiche è un’attività di imprescindibile importanza per un’amministrazione comunale virtuosa, in considerazione dell’enorme crescita del settore delle telecomunicazioni (telefonia mobile sempre più evoluta, Wi-Fi, Wi-Max ecc…), e delle inequivocabili necessità di concedere il corretto sviluppo di tali tecnologie, oggi divenute di prima necessità alla pari degli altri servizi primari (luce, acqua, gas). Tale attività è preliminare alla realizzazione di un piano di risanamento e installazione delle stazioni radio base sul territorio.

Il piano di installazione comunale è l’unico mezzo a disposizione di una Pubblica Amministrazione che permette di tutelare nella massima trasparenza e con dati obiettivi e oggettivi la salute pubblica rispetto all’installazione di tali impianti, e che al tempo stesso permetta la concreta evoluzione concessa dalle relative tecnologie, consentendo all’Amministrazione stessa di porre veto all’installazione di tutti gli impianti che non siano compatibili con il piano stesso.

A tal proposito occorre sottolineare come la normativa nazionale in materia stia man mano negli anni concedendo agli Operatori di settore sempre maggiore semplificazione e rapidità nell’acquisizione dei permessi urbanistici e paesaggistici ed autonomia decisionale nella progettazione tecnica, architettonica e sanitaria per l’installazione dei ripetitori, in particolare per telefonia mobile.

Basti pensare alle semplificazioni previste per l’installazione e la modifica alle Stazioni Radio Base dal D.Lgs. 259/2003 e s.m.i., al D.P.R. 139/2010 (in particolare l’allegato 1 comma 24 che prevede specifiche semplificazioni paesaggistiche in materia) e al recente Decreto “Sblocca Italia” (Legge n.164/2014) che integra il D.Lgs.259/2003 con una specifica integrazione, fornita dal nuovo art.87-ter, sotto citato integralmente, e particolarmente apprezzato dai Gestori di telefonia mobile, poiché consente di aggiornare impianti di vecchia generazione e/o addirittura installarne di nuovi su strutture tecnologiche preesistenti (anche se non adibite a quello specifico uso) con una semplice autocertificazione da allegare alla SCIA senza acquisire alcun parere urbanistico:

“Art. 87-ter (Variazioni non sostanziali degli impianti) – 1. Al fine di accelerare la realizzazione degli investimenti per il completamento della rete di banda larga mobile, nel caso di modifiche delle caratteristiche degli impianti gia’ provvisti di titolo abilitativo, che comportino aumenti delle altezze non superiori a 1 metro e aumenti della superficie di sagoma non superiori a 1,5 metri quadrati, e’ sufficiente una autocertificazione descrittiva della variazione dimensionale, da inviare contestualmente all’attuazione dell’intervento ai medesimi organismi che hanno rilasciato i titoli.”

Di fronte a tali evidenze, appare ovvio come un’Amministrazione Locale veda sempre più ridurre il proprio potere decisionale. E inoltre qualsiasi regolamentazione locale che tenti di limitare quanto stabilito dalla normativa nazionale non apporterebbe alcun beneficio all’Amministrazione, bensì esporrebbe la stessa a potenziali ricorsi giudiziari da parte dei Gestori con conseguente danno di immagine, economico, e nessun beneficio derivante dal tentativo di sospendere il processo autorizzativo già stabilito dalla legge nazionale.

Peraltro sia l’ARPAC sia la Soprintendenza, riconoscendo la pubblica utilità di tali impianti (che sono strutture di urbanizzazione primaria e non assoggettabili pertanto a strumenti urbanistici quali PUC, PUT, PRG ecc…), rilasciano le autorizzazioni di competenza in tempi particolarmente rapidi, che devono essere seguiti con altrettanto rigore e celerità dall’Amministrazione Locale, sulla base di quanto stabilito dalla normativa nazionale.

Appare quindi evidente che l’unico strumento di cui un’Amministrazione Comunale possa dotarsi per tutelare il proprio territorio da ripetitori incontrollati, sia quello di analizzare con rigore e metodo scientifico le condizioni di “elettrosmog” e le esigenze tecniche locali, quindi convenire con gli Operatori del settore un piano di localizzazione, installazione, e ottimizzazione degli impianti sul territorio (magari su strutture di proprietà comunale).

Infatti, qualora un’amministrazione decida di mettere a disposizione aree comunali per l’installazione dei ripetitori, la cittadinanza tutta trarrà molteplici benefici da tale scelta:

  • Si gode del massimo controllo sul progetto (visto che il progetto è sottoposto alla supervisione della Amministrazione che è anche locatrice dell’impianto e può formulare specifiche riserve sul contratto di locazione con l’operatore richiedente). Tale supervisione non può avere la stessa efficacia nel caso di installazione su proprietà di soggetti privati, visto che il contratto sarebbe fuori dal controllo diretto dell’amministrazione comunale.
  • I maggiori operatori del settore nella maggior parte dei casi sono ben lieti di convenire soluzioni installative in accordo con le pubbliche amministrazioni, sono spesso disposte a dismettere vecchi ed invasivi impianti, e abbandonare vecchie pratiche relative all’installazione di ripetitori su strutture private eventualmente ancora in iter e/o giacenti negli archivi degli uffici tecnici, e che avrebbero comportato certamente un maggiore impatto/elettromagnetico, e soprattutto maggior difficoltà nel controllo degli impianti da parte dell’Amministrazione comunale.
  • I proventi economici derivanti dal contratto di locazione con i Gestori avvantaggiano l’intera collettività, e non soltanto i privati che decidono di accogliere tali impianti sulle proprie disponibilità.

Il miglioramento dei servizi voce/dati e la riduzione dell’impatto elettromagnetico oggi è inoltre reso possibile da una soluzione innovativa e complementare ai classici “macro impianti”, che prevede l’installazione di piccoli “micro impianti”, tecnicamente chiamati “small cell, microcelle”. Le small cell consentono ai Gestori di telefonia di migliorare la copertura e la capacità di accogliere le richieste telefoniche e di traffico dati dell’utenza, per mezzo piccole antenne perfettamente integrate su elementi di arredo urbano (come lampioni di illuminazione stradale, cabine dei telefoni pubblici ecc…), collegati alla rete in fibra ottica già capillarmente distribuita sul territorio.

Questi micro impianti permettono all’utenza di godere di servizi radiomobili particolarmente performanti ed efficienti (velocità di navigazione nell’ordine dei 100Mbit/s e oltre), hanno un impatto elettromagnetico del tutto trascurabile (visto che operano a potenze inferiori a 10W), e soprattutto consentono agli Operatori di mantenere ridotte le potenze di esercizio degli impianti cosiddetti “macro”. Tecnicamente infatti per consentire la copertura in ambienti interni, specie nel centro storico delle città, caratterizzati da vicoli stretti e una certa complessità urbanistica, gli Operatori sarebbero costretti ad incrementare le potenze di esercizio degli impianti macro, specialmente nei periodi di maggiore affluenza come quello estivo. L’installazione delle microcelle consente invece di mantenere le potenze di tutti gli impianti particolarmente contenute, pur garantendo un servizio all’utenza ai massimi livelli tecnologici.

Infine, è opportuno notare che una maggiore capillarizzazione della rete radiomobile sul territorio consente solo benefici dal punto di vista dell’impatto elettromagnetico, infatti:

  • Tutti gli impianti, operando a distanza ridotta tra loro, possono funzionare egregiamente mantenendo potenze di emissione particolarmente contenute.
  • I telefoni cellulari, operando a ridotta distanza dai ripetitori (micro o macro che siano) possono mantenere potenze di emissione particolarmente ridotte rispetto ad un collegamento con ripetitore lontano.

Infatti, è dimostrabile strumentalmente che ad oggi, presso i Comuni che hanno attuato un corretto piano di installazione delle stazioni radio base sul territorio, l’utilizzo del cellulare comporta un minor impatto elettromagnetico per l’utenza dovuto al terminale cellulare stesso (e si pensi che il cellulare è sovente tenuto per diverse ore al giorno attaccato alla testa, specie per coloro che ne fanno uso massivo per lavoro).

In conclusione, un piano di installazione è un beneficio che consente di:

  • sposare al meglio e in tutta sicurezza le potenzialità tecnologiche oggi disponibili;
  • venire incontro alla condivisibile necessità da parte dei Gestori delle Reti Radiomobili Nazionali di migliorare la propria offerta tecnologica e commerciale, mediante aggiornamenti di impianti preesistenti o mediante la realizzazione di nuovi impianti, anche ubicati in siti strategici ad alto traffico radiomobile e in contesti urbani di gran pregio, senza alterare l’aspetto paesaggistico (visto che tutte le scelte devono essere convenute con l’Amministrazione), e soprattutto senza creare situazioni di rischio sanitario (visto che l’Amministrazione ha il massimo controllo sulle emissioni degli impianti, mediante un rigoroso studio del progetto in condivisione ai tecnici interni e/o esterni incaricati e mediante l’adozione di centraline di monitoraggio attive sul territorio);
  • evitare l’installazione di impianti nascosti installati abusivamente senza controllo alcuno;
  • evitare il proliferare di installazioni su strutture/proprietà private che limitano le possibilità di controllo ambientale e architettonico delle stesse rispetto a quelle installate su aree pubbliche;
  • investire i proventi derivanti dalle installazioni in attività di pubblico interesse e soprattutto nel controllo ambientale dell’inquinamento derivante dagli impianti stessi e dagli altri agenti fisici.

Spero di aver fatto chiarezza e cosa gradita, soprattutto alle persone particolarmente sensibili alla materia.

Cordialità,

Ing. Roberto Gebbano
TESEM S.R.L.