Falsi prodotti Chanel in boutique italiane. A coordinare la distribuzione era un imprenditore 80enne di Angri
È scattata all’alba di ieri in tutta Italia l’operazione “Doppia C 2017”, il blitz della Guardia di Finanza nei confronti di un gruppo di persone specializzate nella falsificazione di prodotti di lusso col marchio Chanel. Le attività degli uomini del nucleo polizia tributaria, coordinate dalla Dda di Salerno, hanno interessato Campania, Puglia, Lazio, Liguria, Emilia […]
È scattata all’alba di ieri in tutta Italia l’operazione “Doppia C 2017”, il blitz della Guardia di Finanza nei confronti di un gruppo di persone specializzate nella falsificazione di prodotti di lusso col marchio Chanel. Le attività degli uomini del nucleo polizia tributaria, coordinate dalla Dda di Salerno, hanno interessato Campania, Puglia, Lazio, Liguria, Emilia Romagna e Sicilia, con oltre 40 indagati per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla contraffazione di marchi e segni distintivi, commercio di prodotti con segni falsi e ricettazione. Gli uomini del reparto fiamme gialle, coordinati dal pm Antimafia Vincenzo Montemurro, hanno individuato il ruolo apicale di L.I., angrese ottantenne, già noto per vicende similari, raggiunto da perquisizione nel suo deposito, col rinvenimento di marchi e borse griffate con contrassegni fasulli. L’attuale snodo investigativo segue precedenti operazioni condotte nell’estate del 2015, anche fuori dalla Campania, con la collaborazione fornita dallo studio legale che tutela i marchi Chanel in Italia, ricostruendo la filiera di produzione e vendita di prodotti contraffatti della nota casa di moda, in particolare calzature, borse, accessori e bigiotteria. La conta delle merci sottoposte a sequestro enumera 5.000 pezzi contraffatti, con elementi di prova tali da delineare l’esistenza di una vera e propria associazione per delinquere. Da qui la competenza investigativa passato alla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno. La produzione dei falsi era concentrata in Campania e in Puglia, con fornitori, unità produttive e magazzini di stoccaggio tra Angri, Napoli e Trani, col ruolo di capo ipotizzato da L.I., angrese già coinvolto in passato in fatti analoghi. La distribuzione dei prodotti avveniva in tutta Italia, dalla costa ligure a Modena, dalla Sicilia a Napoli, a varie località pugliesi e a Roma, con gli esercizi commerciali perquisiti nelle celebri vie dello shopping della Capitale, quali via Frattina, viale Guglielmo Marconi e il quartiere Appio Latino, nonché nel quartiere del Vomero a Napoli, con una parallela rete di vendita via web con un sito realizzato ad hoc. Le ordinazioni venivano soddisfatte attraverso corrieri espressi nazionali,con merce in grado di ingannare acquirenti e commercianti nella fase dell’esposizione in vetrina. Il blitz si è avvalso di oltre 100 i militari, per 20 diversi Reparti della Guardia di Finanza e l’impiego del gruppo dei Baschi verdi. L’operazione inizialmente era seguita dalla Procura ordinaria di Nocera Inferiore, pm Ernesto Caggiano, col successivo trasferimento dalla distrettuale antimafia per via della rete associativa nazionale. (Alfonso T. Guerritore – La Città di Salerno)