Ipertensione: scoperte nuove regioni del Dna, presto i test
Oltre cento nuove regioni del Dna associate alla pressione alta sono state individuate da un ampio studio condotto nel Regno Unito. I risultati, pubblicati su “Nature Genetics”, potranno aiutare in un prossimo futuro i medici a identificare con test genetici i pazienti a rischio di malattie cardiache e ictus, ma anche mettere a punto trattamenti […]
Oltre cento nuove regioni del Dna associate alla pressione alta sono state individuate da un ampio studio condotto nel Regno Unito. I risultati, pubblicati su “Nature Genetics”, potranno aiutare in un prossimo futuro i medici a identificare con test genetici i pazienti a rischio di malattie cardiache e ictus, ma anche mettere a punto trattamenti personalizzati. La pressione, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, colpisce circa un adulto su tre ed è causata da una complessa interazione tra fattori genetici e stili di vita, come dieta, peso, consumo di alcol e sale, esercizio fisico. Per indagare l’aspetto genetico, i ricercatori del Queen Mary University of London e dell’Imperial College di Londra hanno esaminato 9,8 milioni di varianti genetiche provenienti da 420.000 persone (raccolte nella UK Biobank) e le hanno incrociate con i dati sulla pressione sanguigna. Ne sono emerse 107 nuove regioni genetiche, espresse in alti livelli nei vasi sanguigni e nel tessuto cardiovascolare, che potrebbero essere potenziali nuovi bersagli farmacologici. Il team, ha anche sviluppato un “punteggio di rischio”: per ogni 10 mmHg (millimetro di mercurio) di pressione sanguigna superiore al normale, il rischio di malattie cardiache e ictus aumenta del 50 per cento o più. Se un tale punteggio genetico potesse essere misurato nei primi anni di vita, concludono i ricercatori, potrebbe portare a una “medicina personalizzata” per compensare con corretti stili di vita una particolare predisposizione genetica. (Il Mattino)