La denuncia del Papa: «Ci sono corrotti pure in Vaticano. È sempre successo, ma non perdo la serenità»
«Gli italiani danno un bel consiglio: per vivere in pace ci vuole un sano menefreghismo». A pronunciare queste parole è niente meno che il Papa. Nel corso dell’udienza, tenuta lo scorso novembre con 140 Superiori Generali di Ordini e Congregazioni religiose maschili, Francesco ha affrontato il tema della corruzione che, secondo voci ricorrenti, sarebbero diffusa […]
«Gli italiani danno un bel consiglio: per vivere in pace ci vuole un sano menefreghismo». A pronunciare queste parole è niente meno che il Papa. Nel corso dell’udienza, tenuta lo scorso novembre con 140 Superiori Generali di Ordini e Congregazioni religiose maschili, Francesco ha affrontato il tema della corruzione che, secondo voci ricorrenti, sarebbero diffusa anche tra le mura vaticane. Nella conversazione – pubblicata per stralci solo ieri, in occasione dei festeggiamenti per il numero 4.000 della rivista dei gesuiti, La Civiltà Cattolica – il Papa si è detto a conoscenza della questione ma ha assicurato di non aver rinunciato, per questo, alla propria serenità. Insomma, ha ironizzato Bergoglio, «non prendo pastiglie tranquillanti! Se c’è un problema io scrivo un biglietto a san Giuseppe e lo metto sotto una statuetta che ho in camera mia. È la statua di san Giuseppe che dorme. E ormai lui dorme sopra un materasso di biglietti!». Papa Francesco si sofferma anche sugli abusi sessuali e spiega: «Se sono coinvolti religiosi è chiaro che è in azione la presenza del diavolo che rovina l’opera di Gesù, tramite colui che doveva annunciare Gesù. Ma parliamoci chiaro: questa è una malattia. Se non siamo convinti che questa è una malattia, non si potrà risolvere bene il problema. Quindi, attenzione a ricevere in formazione candidati alla vita religiosa senza accertarsi bene della loro adeguata maturità affettiva o senza chiedere informazioni dettagliate sul perché dei candidati siano stati respinti da un altro seminario o istituto». Nel colloquio con i responsabili degli ordini religiosi, Bergoglio, riferendosi alle contestazioni provenienti dalla sua stessa Chiesa, ha voluto però precisare che nelle Congregazioni Generali prima del Conclave che lo ha eletto «si parlava dei problemi del Vaticano, si parlava di riforme. Tutti le volevano». E oggi, invece, da molte di quelle stesse persone arrivano accuse. Un tema, questo, su cui Francesco è ritornato ieri, nell’udienza con gli scrittori della rivista dei gesuiti per ribadire che quella a cui lui pensa è una Chiesa «in mare aperto» e non «al riparo nel porto sicuro». Il Papa ricorre così alla metafora della «barca di Pietro» che può essere sballottata dalle onde e che vede «gli stessi marinai» remare «in senso contrario». «Non c’è da meravigliarsi di questo. È sempre accaduto». Con un chiaro riferimento a quanti si oppongono alla linea riformatrice di questo pontificato, Francesco infine denuncia: «Nelle strutture della Chiesa entra il clima mondano e principesco, e i religiosi possono contribuire a distruggere questo clima nefasto. E non c’è bisogno di diventare cardinali per credersi prìncipi! Basta essere clericali. Questo è quanto di peggio ci sia nell’organizzazione della Chiesa. I religiosi possono contribuire con la testimonianza di una fratellanza più umile», più ricca di valori spirituali che materiali: «Il Signore vuole tanto che i religiosi siano poveri e quando non lo sono, il Signore – spiega Bergoglio con una punta di sarcasmo – manda un economo che porta l’Istituto in fallimento». (Mariaelena Finessi – La Città di Salerno)