La Salernitana e la maledizione dello stadio Menti. L’unico successo a Vicenza risale a settanta anni fa

9 febbraio 2017 | 19:18
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La Salernitana e la maledizione dello stadio Menti. L’unico successo a Vicenza risale a settanta anni fa

Dovessero avere ragione sempre loro – i numeri, s’intende – domani sera la Salernitana s’appresterebbe a scrivere una brutta pagina del suo campionato. Magari prenderebbe pure una sonora sconfitta, tornerebbe a casa con la coda tra le gambe e con il morale sotto i tacchi. Ma per fortuna i tabù sono fatti per essere sfatati […]

Dovessero avere ragione sempre loro – i numeri, s’intende – domani sera la Salernitana s’appresterebbe a scrivere una brutta pagina del suo campionato. Magari prenderebbe pure una sonora sconfitta, tornerebbe a casa con la coda tra le gambe e con il morale sotto i tacchi. Ma per fortuna i tabù sono fatti per essere sfatati e le statistiche per essere aggiornate. Certo, al Menti è quasi sempre stata débâcle ed i biancorossi tra le mura amiche non hanno mai regalato nulla ai granata ma dove tutto è sempre andato male pensare che possa andare peggio è difficile, forse impossibile. E dunque c’è poco da perdere contro chi, nel corso di una storia che s’appresta a diventare centenaria, ha riservato praticamente solo dolori. Vicenza-Salernitana, guai a dare un’occhiata ai numeri se si crede nelle statistiche. Definire la trasferta ostica sarebbe eufemistico. Parlare di tabù forse non rende l’idea. Si tratta di maledizione – sportiva, ovviamente – perché al Menti di Vicenza la Salernitana ha raccolto la miseria di un solo successo in 19 apparizioni. La mente deve tornare indietro di quasi settanta anni. Secondo dopoguerra, l’unico exploit della Salernitana in terra venete risale all’ormai lontanissimo 6 novembre del 1949. Giuseppe D’Avino, Domenico La Forgia ed Antonio Giorgetti entrano a loro modo nella storia granata. I loro gol sono i primi messi a segno dalla Salernitana in trasferta contro i biancorossi ma servono soprattutto a conquistare i primi, storici tre punti sul campo del Vicenza. Mica roba da poco. Finì 1-3, con la Salernitana che vince a Vicenza al terzo tentativo ma non può certamente immaginare che da quel momento comincerà un tabù che dev’essere ancora sfatato. L’anno successivo fu sempre Giorgetti a segnare: un’illusione, niente di più, perché il Vicenza ribaltò la situazione e diede il via ad un digiuno lunghissimo che non è stato ancora spezzato. Ci sarebbero i 5 pari (l’ultimo lo scorso anno, finì 0-0) a “consolare” la Salernitana (tredici invece le sconfitte) ma domani sera i numeri andranno messi da parte per sperare nell’impresa. Ce n’è voluto di tempo, anche quest’anno, per trovare il primo successo esterno. È arrivato al Matusa, su uno dei campi più complicati della B, contro una delle favorite per il successo finale, e stavolta chi ha fede nei numeri non può far altro che sperare in qualcosa di buono. Prima dell’1-3 di Frosinone (stesso risultato che ci fu a Vicenza nel 1949…) la Salernitana era riuscita a vincere in terra ciociara in una sola occasione. In 90’ ha riscritto la storia del suo torneo, dei suoi numeri, ritrovando i tre punti lontano dall’Arechi 9 mesi dopo l’ultima volta (a Cesena). Senza quel successo il rendimento esterno dei granata sarebbe il peggiore (ex aequo con Ternana e Pro Vercelli). Migliorarlo ancora non è semplice ma nemmeno impossibile. Servirà la gara perfetta, la giusta concentrazione, magari anche una dose di fortuna su un campo tremendamente sfavorevole e perché no, anche uno sguardo ai numeri degli avversari. Bestia nera della Salernitana il Vicenza, vero, ma con il peggior ruolino interno dell’intera serie B ed un attacco che non segna quasi mai (6 gol). Tabù, certo, ma c’è sempre una prima volta (anzi, seconda). (Paolo Giordano – La Città di Salerno)