Maria De Filippi pronta per il debutto all’Ariston: «Sanremo va al massimo, non ha bisogno di me»

7 febbraio 2017 | 16:35
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Maria De Filippi pronta per il debutto all’Ariston: «Sanremo va al massimo, non ha bisogno di me»

Fa una certa impressione vedere in conferenza stampa il direttore di Raiuno Andrea Fabiano seduto accanto a Maria De Filippi, ma nemmeno per lui, nemmeno per Carlo Conti, nemmeno per Sanremo, la telezarina rinuncia al proprio stile che, dice, non si avvertirà più di tanto nel Sanremo 2017 al via stasera: lei farà «solo» la […]

Fa una certa impressione vedere in conferenza stampa il direttore di Raiuno Andrea Fabiano seduto accanto a Maria De Filippi, ma nemmeno per lui, nemmeno per Carlo Conti, nemmeno per Sanremo, la telezarina rinuncia al proprio stile che, dice, non si avvertirà più di tanto nel Sanremo 2017 al via stasera: lei farà «solo» la brava co-conduttrice tra canzonette poco brillanti e uno show che proverà a rimediare a quelle stesse canzonette con il pepe di Maurizio Crozza e il sale di Ricky Martin e di Tiziano Ferro. «Il Festival ha il suo pubblico, non è che arrivo io e porto con me legioni di platee, di giovani. Il Festival è più forte di qualsiasi cosa io abbia mai fatto e poi c’è in giro chi fa share ben superiori ai miei, come Fiorello», spiega, da professionista del piccolo schermo, quale è e quale vuole essere giudicata. «Aveva ragione Baudo: Sanremo è Sanremo, diverso da tutto il resto», riflette, «l’ho capito davvero quando la mia presenza è stata ufficializzata e, dopo aver saltato una seduta di registrazione di “Uomini e donne” per un problema con il dentista, sul web è dilagata la notizia di un mio malore. Per non dire quando, arrivata all’Ariston per le prove, mi sono trovata davanti una siepe di paparazzi, facendomi sentire come Belèn, fisico a parte». Dove è capitata l’hanno capito anche i suoi due bassotti: «Ugo, 12 anni, immortalato ogni volta che fa i suoi bisogni. E Filippa, un anno, pazza di gioia per i fotografi: lei un pochino si sente Belèn». Un capolavoro di understatement: «Non sono abituata a fare cinque serate di fila, dopo aver provato la finale ho faticato a rimettermi con la testa sul copione della prima serata». Ma accanto a Queen Mary c’è Carlo III il moro: «È più che gentile, è come un fratello che ti aiuta passo dopo passo e ha preparato tutto lui: le canzoni, i cantanti, gli ospiti, lo show, le schede dei cantanti, le schede degli ospiti. Io al massimo posso insegnargli a parlare con una caramella in bocca. Farò quello che mi tocca: leggere bene i nomi degli autori delle canzoni che, messi in fila, sono assurdi». Ma quello che le fa più paura, si fa per dire, è la scala: «Non so se la scenderò, non vorrei, ci può essere il Festival anche senza me che mi fingo Wanda Osiris». E, ricorda, ci può essere Sanremo anche senza cachet: «Non mi piacciono le polemiche sul compenso di Conti, ma non è per questo che ho deciso di venire gratis. Non ho mai preso soldi quando ho accettato un invito Rai. Se faccio l’ospite, anche a Mediaset, faccio l’ospite. I miei programmi sono miei dalla A alla Z, e il giorno dopo corro a vedere gli ascolti a prima mattina, qui non mi sentirò responsabile dello share. Per questo ho voluto che nei titoli di testa si scrivesse: “conduce Carlo Conti con Maria De Filippi”». All’Ariston c’era già venuta nel 2009, invitata da Bonolis per la finale, «in quell’occasione ebbi il permesso, prima mi aveva invitato Pippo, ma Mediaset non volle, io avevo detto di sì. Anche quest’anno c’è chi mi chiede: ma chi te lo ha fatto fare? Me lo sono chiesta anche io, ma non ho trovato, in realtà, un motivo per rispondere con un no. Seguivo la kermesse da bambina, è l’evento televisivo dell’anno, non dico che sono qui per dovere civico, ma una che fa la tv, e pure con le canzoni, dove la trova la voglia di negarsi?». Ma il suo futuro, assicura, non sarà sanremese: «Non ho mai pensato, nemmeno per un momento, di poterlo condurre da sola e poi ho un contratto di esclusiva con Mediaset», assicura. Per ora, comunque, è qui, «senza cantare e senza ballare, che non sarebbe un bel vedere o sentire, al massimo posso fare, come nello spot, dudù e dadà. La liturgia festivaliera non è sovvertibile ed è difficile che io possa portarci dentro il mio mondo, al massimo riuscirò a far passare qualcosa nello spazio dedicato agli eroi quotidiani, a partire dai soccorritori d’Abruzzo. Spero di fare onore agli abiti di Riccardo Tisci, nonostante il fisico», conclude. Intanto, però, a Sanremo sono tutti pazzi non certo per le canzoni, ma per il ciondolo con il volto di Conti che lei ha fatto realizzare per distribuirlo a tutti i cantanti: amici, uomini e donne. (Federico Vacalebre – Il Mattino)