Napoli. Capodimonte, nuovi servizi gratuiti per l’infanzia. Nasce un dipartimento nel museo
Una buona notizia, finalmente, per i bambini di Napoli e dintorni. Il museo di Capodimonte si è dotato di un dipartimento di servizi educativi. Lo ha fortemente voluto, tra le priorità, il direttore Sylvain Bellenger, che lo ha presentato ieri mattina. Questo significa che le attività per ragazzi saranno gratuite e gestite direttamente dal museo […]
Una buona notizia, finalmente, per i bambini di Napoli e dintorni. Il museo di Capodimonte si è dotato di un dipartimento di servizi educativi. Lo ha fortemente voluto, tra le priorità, il direttore Sylvain Bellenger, che lo ha presentato ieri mattina. Questo significa che le attività per ragazzi saranno gratuite e gestite direttamente dal museo in collaborazione con l’associazione Progetto Museo che da anni lavora con la prestigiosa istituzione collinare. In pratica, almeno in questo caso e grazie all’autonomia, non bisognerà più affidare i servizi all’esterno secondo quanto previsto dalla legge Ronchey. Tutto diventa «interno» a Capodimonte, con maggiori possibilità di programmare. Ricco il calendario di attività, dalla caccia al tesoro nel museo al laboratorio di disegno di Caroline Peyron, passando per visite a tema, laboratori di architettura e ideazioni di costumi ispirati a Picasso. Bellenger lo racconta orgoglioso ai bambini che partecipano all’incontro. Poi si dichiara soddisfatto per i dati di affluenza in crescita esponenziale. Merito dei due Van Gogh esposti in questi giorni? «Sono felice di avere qui i due quadri, ma mi sorprende molto che Napoli sia ferma alla stagione delle grandi mostre, che si è già esaurita nel resto del mondo». «Oggi», prosegue Bellenger, «altrove si investe e si riscoprono le collezioni permanenti, mentre i napoletani hanno ritrovato all’improvviso la strada per un museo giudicato spesso lontano e inaccessibile, solo per vedere due quadri meno preziosi di tanti capolavori della nostra collezione. Detto questo, ribadisco che sono felice di ospitarli qui». Bellenger conclude: «Non mi interessano solo i numeri ma lo sviluppo generale del museo, che è straordinario e in città non viene nemmeno segnalato dai cartelli. Sembra quasi un boicottaggio». Intanto il direttore prosegue nel lavoro di «rimessa in ordine» del museo. «Era necessario», osserva, «per ridare dignità all’edificio. Ora però abbiamo il problema dell’illuminazione, che è antiquata, risale agli anni ‘90. Ormai la tecnologia è più avanti, il museo deve cambiare, è un luogo vivo, non può essere imbalsamato». (Corriere del Mezzogiorno)