Napoli. De Magistris: “Concerto al San Carlo per i migranti, la nostra risposta a Salvini”
Napoli. Le porte del teatro lirico aperte a 1.300 stranieri, rappresentanti di varie comunità del territorio: cinese, somala, nigeriana, gambiana. Un evento musicale al San Carlo martedì 28 febbraio alle 18, con musica di Verdi, Bizet, Mascagni, promosso da Comune e associazione “3 febbraio”. È la risposta del sindaco Luigi de Magistris al leader della […]
Napoli. Le porte del teatro lirico aperte a 1.300 stranieri, rappresentanti di varie comunità del territorio: cinese, somala, nigeriana, gambiana. Un evento musicale al San Carlo martedì 28 febbraio alle 18, con musica di Verdi, Bizet, Mascagni, promosso da Comune e associazione “3 febbraio”. È la risposta del sindaco Luigi de Magistris al leader della Lega, Matteo Salvini, in visita a Napoli l’11 marzo. «Sono questi i segnali concreti» – dice il primo cittadino – «Ci riconosciamo in due testi: Costituzione e Vangelo. Che parlano di diritti, giustizia, uguaglianza, pace, amore. Non ci piace questa violenza, questa indifferenza, quest’odio che va da Salvini, a Le Pen e a Trump. Ho sentito da Salvini frasi sui migranti che fanno accapponare la pelle. Frasi hitleriane. Salvini non si può aspettare salti di gioia per la sua venuta a Napoli, lui che diceva “Scappate, arrivano i napoletani. I napoletani puzzano”». «L’idea che abbiamo proposto – spiega Gianluca Petruzzo, responsabile nazionale dell’associazione 3 Febbraio – ha trovato la piena disponibilità dell’assessore alla Cultura Nino Daniele che a sua volta ha coinvolto la direzione del San Carlo. Nasce nella prospettiva dell’interetnicità e dell’interculturalità, battaglie storiche della nostra associazione. Oggi l’immigrazione sta cambiando il mondo e pensare di affrontarla con muri e repressione è da inetti. Abbiamo bisogno di conoscerci. Ecco perché ci ritroveremo al San Carlo nel segno dell’accoglienza agli immigrati». Continua intanto la tensione tra il sindaco de Magistris e il presidente della Regione. «De Luca – spiega l’ex pm – ha ritenuto di non avere una interlocuzione, nemmeno in termini di buon vivere civile, col sindaco. Ha deciso di non rispondere alle mie lettere. È un problema personale del presidente De Luca. Noi siamo riusciti sempre ad avere rapporti civili con tutti, anche quando ci sono stati scontri duri, per esempio con Renzi, con Caldoro. Si è mantenuto sempre equilibrio. Non avrei difficoltà a confrontarmi col governatore, anche se arrivasse una chiamata adesso. Come è possibile, se andiamo a una inaugurazione, vuoi scambiare un chiacchiera, lui si gira dall’altra parte. Non riesco a capire perché. Auspico che ci sia un clima diverso. È brutto così. I tavoli con la Regione vanno avanti: Collana, Mercadante, fondi europei, trasporti. Così come vanno avanti gli incontri col governo Gentiloni. Speriamo che questo governo si impegni a risolvere velocemente problemi che abbiamo ereditato dal passato: commissariamento terremoto e emergenza rifiuti». Il sindaco giudica «il quadro politico attuale poco entusiasmante: con Grillo in affanno, il Pd lacerato e il centrodestra dove pare predomini Salvini». E annuncia: «Alle politiche non sarò candidato, né ci sono le condizioni perché il movimento Dema, che si è costituito da poco, partecipi alle elezioni. Poi, mai dire mai. Quando si andrà a votare faremo le nostre valutazioni, siamo un movimento popolare. Alle prossime amministrative invece potremo essere presenti in sei-sette comuni dell’area metropolitana, ma potremo sostenere anche altri candidati a sindaco in altre parti d’Italia». Con Sinistra italiana, spiega de Magistris «credo si possa costruire un percorso non di fusione, ma viaggio in comune. C’è l’obiettivo di creare da parte loro una sinistra partitica diversa. Ho condiviso gli interventi di rottura col centrosinistra renziano, ma ho detto che c’è bisogno di coniugare anche una certa affidabilità di governo». Giudizio a metà su Michele Emiliano, governatore della Puglia, candidato alla segreteria del Pd: «Mi sarei aspettato da lui maggior coraggio, tale da andare fuori dal Pd. Ma è un uomo di partito, non un battitore libero. Se vuole fare una battaglia interna per la segreteria, non posso che auspicargli la vittoria». (la Repubblica)