Napoli. Il pregiudicato “Topolino” canta sul balcone ed esplode la protesta

22 febbraio 2017 | 18:26
Share0
Napoli. Il pregiudicato “Topolino” canta sul balcone ed esplode la protesta

Sono arrivati sotto il balcone alle due del pomeriggio, quella che a Napoli si chiama “la controra”, mentre – come aveva annunciato sul suo profilo Facebook – aveva cominciato a cantare al microfono brani celebri come “Malafemmena” e “’A pizza”. Ma all’arrivo degli uomini dell’Arma chiamati dai residenti, Antonio Borrelli, 60 anni, detto Topolino, inventore […]

Sono arrivati sotto il balcone alle due del pomeriggio, quella che a Napoli si chiama “la controra”, mentre – come aveva annunciato sul suo profilo Facebook – aveva cominciato a cantare al microfono brani celebri come “Malafemmena” e “’A pizza”. Ma all’arrivo degli uomini dell’Arma chiamati dai residenti, Antonio Borrelli, 60 anni, detto Topolino, inventore della “posteggia aerea” che ora vuole anche brevettare «perché mi stanno copiando», ha smontato il palco ospitato dal balcone di casa sua e se n’è rientrato. Domenica era già stato denunciato dai vigili. Senza esito. Era già arrivato alle forze dell’ordine un esposto sull’attività di Borrelli, che dal secondo piano di via Atri, all’incrocio con via Tribunali, nei fine settimana e nei giorni di festa, con due grossi amplificatori, interpreta canzoni napoletane per i passanti. Rivolto al pubblico dei turisti e alla movida dei Decumani, Topolino, che fino a un anno fa è stato in carcere «per un fatto che non ho commesso: spaccio di droga», a un certo punto cala giù dal balcone un paniere dove gli spettatori mettono la loro offerta («Ho visto che mi facevano dei doni, cinquanta centesimi o un euro, ma nessuno li costringe. A Natale ho portato a casa sui cinquanta euro. Suono dalle 14 alle 16 e dalle 18 alle 20»). Bara un po’ sugli orari, perché la folla si accalca soprattutto a ora di cena, di sabato, per assaggiare il must della zona: la pizza di Gino Sorbillo. È andata bene fino a quando i vicini di casa non hanno sporto denuncia. Si sono uniti al Comitato per la quiete pubblica presieduto da Gennaro Esposito e hanno chiesto l’intervento delle forze dell’ordine, la misurazione dei decibel e l’inibizione dello spettacolo non autorizzato. «Molti cittadini di via Tribunali – dice l’avvocato Esposito – mi avevano già segnalato questa circostanza del tutto singolare e che sicuramente disturba la tranquillità delle persone, e peraltro è completamente illegale: non si possono esporre e usare apparecchi elettroacustici potenti e molestare il vicinato». «Ormai non è più un inconveniente limitato al nostro condominio – dice un residente nello stesso palazzo – L’eco si sente a 400 metri. Il centro antico è un posto meraviglioso ma ci vogliono regole, non dico di vietare la “posteggia da casa propria”, è anche una cosa simpatica, apprezziamo la vitalità di Napoli, ma bisogna anche pensare a quelli che in città ci vivono. Le forze dell’ordine sono venute diverse volte qui, i vigili sono fissi proprio all’incrocio: eppure il frastuono c’è a ogni ora». Borrelli racconta di aver cominciato qualche tempo fa, dopo essere uscito dal carcere di San Gimignano «dove ero finito per un fatto non commesso. Mi sono messo a sorvegliare i motorini parcheggiati davanti ai locali. Un giorno cantavo a casa mia, passò una persona e mi invitò ad alzare la voce. Vidi che i turisti si fermavano e ballavano. Ora ho fondato un’associazione musicale e chiederò l’autorizzazione al sindaco a continuare a esibirmi negli orari consentiti e con un volume non elevato, le mie casse non superano i 400 watt. In più sto attento: con un occhio guardo lo stereo e con l’altro sorveglio il paniere; stamattina qui stavano rubando il motorino a un muratore che lavora nel palazzo. Io avverto anche i turisti che portano orologi vistosi». Intona “Maruzzella” e il repertorio di Renato Carosone. E si è anche messo in una canzone che ha composto: “Si tu vieni a via Tribunali, visiti Napule sotterranea, ce sta pure ‘o Cristo velato e ‘o balcone d’a canzone”. Intanto risponde al telefono: conoscenti, amici e vicini di casa che non hanno niente da ridire sull’“attività” di Tonino ‘o Topolino («Mi chiamavano così fin da piccolo, perché ero molto irrequieto»), gli annunciano che è arrivata la troupe di “La vita in diretta”. «Sono un cantante vero, ma i neomelodici non li chiamano più: ci davano da campare le feste di matrimonio dei contrabbandieri e dei loro figli. Facevano a gara a chi chiamava più cantanti». Non si può cantare a tutto volume da un balcone. «E perché? Sapete che mi hanno già copiato? Il 14 febbraio da tre strade di Napoli hanno pubblicizzato i cioccolatini con un cantante. Finirà che devo brevettare la mia invenzione». Ma nelle strade intorno, cresce la giusta protesta. (La Repubblica)