Pompei. I complimenti del commissario Ue Cretu. Da Bruxelles in arrivo 50 milioni con il Pon cultura
Nuovi soldi per Pompei arriveranno dal Programma «Attrattori culturali, naturali e turismo» 2014-2020 bloccato per problemi della burocrazia italiana. A sorpresa la commissaria europea per gli affari regionali Corina Cretu, ieri a Pompei e Napoli per la prima tappa del suo viaggio in Italia, ha consegnato al ministro Franceschini la lettera con cui Marc Lemaitre, […]
Nuovi soldi per Pompei arriveranno dal Programma «Attrattori culturali, naturali e turismo» 2014-2020 bloccato per problemi della burocrazia italiana. A sorpresa la commissaria europea per gli affari regionali Corina Cretu, ieri a Pompei e Napoli per la prima tappa del suo viaggio in Italia, ha consegnato al ministro Franceschini la lettera con cui Marc Lemaitre, direttore generale alla Politica Generale e Urbana della Commissione Europea, comunica alle autorità italiane la revoca delle interruzioni dei termini di pagamento.
Una lettera inaspettata che assicura un finanziamento di 50 milioni, destinati a progetti di sviluppo nelle regioni meridionali, in cui verrà data particolare attenzione alla Campania e in particolare a Pompei. «Sapremo come spenderli questi nuovi fondi – assicura Massimo Osanna – con la programmazione noi siamo già andati oltre il Grande Progetto, abbiamo già molte ipotesi di lavoro per il futuro. Abbiamo programmato anche la spesa dei 40 milioni stanziati dal Cipe che verranno destinati anche alla messa in sicurezza dell’insula meridionale degli Scavi che non era nel Grande progetto. E ancora case da recuperare e restauri da fare. A Pompei i lavori non finiranno mai. È una città all’aperto e finita l’emergenza ci sarà sempre da fare la manutenzione ordinaria. Intanto – conclude Osanna – abbiamo avuto anche la certezza che i soldi di questa seconda fase del Grande Progetto Pompei, che fino ad ora erano stati anticipati dal ministero, verranno presto rimborsati dall’Unione Europea». Pompei e l’Europa, dunque, sempre più vicine. «Il Grande Progetto Pompei è diventato un esempio da seguire per l’Europa. Potete essere fieri di voi». In visita agli Scavi per la prima volta, Corina Cretu promuove il lavoro fatto con i 105 milioni di euro dell’Unione Europea. «Questo è uno dei siti storici culturali più importanti in Europa ed è importante per l’economia della Campania e dell’Italia. Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo. Volevamo raggiungere un numero di visitatori maggiore rispetto al periodo prima dei crolli e siamo arrivati a tre milioni di visitatori, ce l’abbiamo fatta: i visitatori sono quelli che contribuiscono all’economia locale. Volevamo dimostrare che si può monitorare e ce l’abbiamo fatta. La commissione segue questo progetto perché Pompei è conosciuta in tutto il mondo e la gente vuole vedere i risultati. Pompei è un esempio di programmazione e risultati». La Cretu parla ai giornalisti dopo il giro negli Scavi accompagnata dal ministro Franceschini, dal sovrintendente Massimo Osanna, dal direttore del Grande Progetto Luigi Curatoli, dal vicepresidente della commissione Affari regionali del parlamento europeo Andrea Cozzolino. Il Teatro Piccolo, la via Stabiana, il vicolo del Menandro e poi via dell’Abbondanza, dove tutto è cominciato con il crollo della Schola Armaturarum nel 2010, la Casa dei Casti Amanti, la Fullonica di Stefano, poi la casa di Paquio Proculo, le Terme Stabiane, il vicolo del Lupanare e infine la Casa di Sirico, l’unica dove ha potuto vedere un cantiere attivo alle ultime battute, che sarà inaugurata a metà marzo. «Nel Grande Progetto ci sono molti livelli di controllo – sottolinea la Cretu – sappiamo che a Pompei ci sono stati ritardi legati alla burocrazia, ma anche degli arresti. Sono felice che tutto sia stato risolto, c’è un sistema che ci consente di controllare tutto e oggi siamo felici perché sappiamo che ogni euro finanziato è stato speso bene. Complimenti alle autorità italiane che hanno preso provvedimenti nella fase di ritardo per i controlli. Per Pompei ci saranno nuove risorse. Ci sono i presupposti per rinnovare i programmi per gli attrattori culturali». Il bilancio tocca al generale Curatoli, direttore del Grande Progetto Pompei: dei 34 interventi transitati nella seconda fase 17 (che si aggiungono ai 42 conclusi nella prima fase) sono terminati, 4 sono in attesa di avvio e 13 in corso di esecuzione; nel 2016 sono stati spesi 17 milioni di euro già saliti a 22 in questo scorcio di 2017. Finora sono stati spesi 66 milioni ma entro il 2018 saranno spesi tutti e se ci saranno ulteriori risparmi ci saranno ulteriori lavori. «Un esempio di lavoro eseguito in sinergia e correttezza e nel rispetto della legalità» sottolinea il generale. E il direttore generale del Mibact Antonia Pasqua Recchia: «Il governo ha fatto un investimento in cultura perché questa è leva di sviluppo del territorio: economico, perché fa crescere il Pil e il lavoro, ma anche sociale e culturale. Il target d’impatto del numero di visitatori è stato raggiunto, adesso si tratta di creare più ricchezza nel territorio. Chiuso il Grande Progetto bisognerà lavorare sulla “buffer zone”, migliorare l’accoglienza, la vivibilità, la ricettività grazie anche all’impegno degli investitori privati». (Gaty Sepe – Il Mattino)