Questione migranti. Alcune associazioni ricordano la tradizione di accoglienza di Cava de’ Tirreni

27 febbraio 2017 | 10:43
Share0
Questione migranti. Alcune associazioni ricordano la tradizione di accoglienza di Cava de’ Tirreni

La notizia che Cava de’ Tirreni dovrebbe ospitare alcune decine di migranti ha innescato polemiche in città e perfino una petizione contro questi arrivi. Le associazioni “La Rosa di Gerico”, “Frida”, “Agorà” e “Associazione Rossetto”, da sempre operanti nel campo della solidarietà, hanno diramato un comunicato congiunto. “La nostra città nel corso degli ultimi 15 […]

La notizia che Cava de’ Tirreni dovrebbe ospitare alcune decine di migranti ha innescato polemiche in città e perfino una petizione contro questi arrivi. Le associazioni “La Rosa di Gerico”, “Frida”, “Agorà” e “Associazione Rossetto”, da sempre operanti nel campo della solidarietà, hanno diramato un comunicato congiunto.

“La nostra città nel corso degli ultimi 15 anni ha ospitato, ogni anno, mediamente oltre 1000 extracomunitari provenienti da vari paesi, che si sono perfettamente integrati lavorando nella nostra comunità.

Molte sono state le iniziative nel corso di questi anni con il segno dell’accoglienza, a partire dalla Consulta dell’Immigrazione istituita già nel 1999, che vedeva la presenza in Consiglio Comunale di due extracomunitari.

Molte Associazioni si sono distinte per varie iniziative di accoglienza, basterebbe citare la Caritas e i corsi di lingua per immigrati e l’associazione Rossetto e le sue varie iniziative d’inclusione.

Per questo riteniamo che l’annuncio di eventuali nuovi arrivi coordinati dalla Prefettura non possano e non debbano costituire un problema per una comunità abituata negli anni all’integrazione.

Per questo motivo, iniziative razziste comparse sui media e sui social sono estranee alla cultura di Cava de’ Tirreni.

Le associazioni firmatarie del presente comunicate si dichiarano disponibili a collaborare con l’Amministrazione Comunale al fine di trovare soluzioni utili all’accoglienza degli altri migranti assegnati alla nostra città.”

Magrina Di Mauro