Riforma dei Beni culturali. Campanelli alla guida del Parco archeologico dei Campi Flegrei, a Ercolano arriva Sirano. video

9 febbraio 2017 | 19:04
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Riforma dei Beni culturali. Campanelli alla guida del Parco archeologico dei Campi Flegrei, a Ercolano arriva Sirano. video

Video dall’archivio di  Positanonewstv in cui la soprintendente Adele Campanelli parla dei Campi Flegrei.Realizzato dagli inviati della redazione cultura.  Nominati gli ultimi dieci direttori dei musei autonomi, ultimi colpi alla riforma dei Beni culturali. Due napoletani, Francesco Sirano e Adele Campanelli, andranno a dirigere rispettivamente il Parco archeologico di Ercolano e quello dei Campi Flegrei. […]

Video dall’archivio di  Positanonewstv in cui la soprintendente Adele Campanelli parla dei Campi Flegrei.Realizzato dagli inviati della redazione cultura. 

Nominati gli ultimi dieci direttori dei musei autonomi, ultimi colpi alla riforma dei Beni culturali. Due napoletani, Francesco Sirano e Adele Campanelli, andranno a dirigere rispettivamente il Parco archeologico di Ercolano e quello dei Campi Flegrei. L’archeologa Adele Campanelli è stata sovrintendente per i Beni archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta, poi sovrintendente Archeologia della Campania e infine, da agosto 2015, sovrintendente Archeologia, belle arti e paesaggio della provincia di Napoli. «Sono molto contenta. Credo di poter fare cose interessanti e innovative in un’area che merita molto. Sono molto motivata anche se non mi nascondo che si tratta di una sfida difficile: il Parco dei Campi Flegrei, infatti, non è un’entità compatta ma un’area vasta che comprende territori e amministrazioni diverse». A quali innovazioni pensa? «Il mio primo obiettivo sarà quello di trasformare le aree archeologiche da luoghi di separazione in luoghi di inclusione delle città e per i cittadini. Il castello di Baia, per esempio: il museo potrebbe restare a pagamento ma il parco dovrebbe essere aperto ai cittadini magari anche con uno spazio attrezzato per i bambini. Stessa cosa alle Terme di Baia. Io credo che i siti archeologici debbano essere anche luoghi dove si può andare a fare una passeggiata, a mangiare un gelato o a bere una cosa. Luoghi di incontro e di passaggio nei quali, però, si può capire e apprezzare il valore della storia. Non penso alla sola valenza turistica, il patrimonio deve essere goduto e vissuto anche dai cittadini. Nel Parco dei Campi Flegrei, poi, ci sono tanti luoghi invisibili… «Purtroppo sì, dalla piscina Mirabilis, alla grotta della Dragonara a Miseno, alla necropoli di San Vito e allo stadio di Antonino a Pozzuoli. Molti luoghi hanno aperture ridotte, altri possono essere visitabili solo con un accompagnamento, altri ancora sono inaccessibili. Il mio obiettivo sarà aprirli, renderli visibili e frequentabili, ripeto, non soltanto per i turisti ma anche per i cittadini». Molti di questi luoghi, però, sono chiusi per mancanza di personale: ci saranno assunzioni? «Dei rafforzamenti di organico sono previsti, ma certo non di personale di sorveglianza». Per tenere aperto un sito, però, servono i custodi. «Il fatto che il Parco sia un museo autonomo ci consente una certa autonomia nella gestione dell’orario di lavoro. Basta rimodulare i turni in maniera diversa, per esempio diversificando l’orario di apertura anche in base alle stagioni. D’inverno l’apertura pomeridiana può non essere importante quanto quella serale in estate. Ho molta fiducia in un sistema di aperture intelligenti». Qual è la prima cosa che farà? «Armonizzare gli orari, aumentare la fruibilità, aumentare la visibilità…». Non la spaventa gestire un Parco archeologico che comprende quattro comuni, avere a che fare con quattro diverse amministrazioni? «Potrebbero essere addirittura cinque: c’è anche Procida che chiede di entrare nel Parco. Comunque no, nessuna paura. Piuttosto sono ansiosa di vedere subito dei risultati perché in realtà è da parecchio che lavoro sull’area dei Campi Flegrei». «Ci vorrà del tempo, almeno un anno per andare a regime» ci disse in occasione della sua nomina ad agosto scorso e invece dopo sei mesi cambia incarico… «Intanto, ancora non so quando prenderò servizio. Probabilmente resterò ad interim fino a quando non arriverà un successore, ancora non sappiamo niente. Mi sembra comunque un segnale positivo che questa volta il ministero abbia valorizzato competenze interne, nominando archeologi e storici dell’arte già dipendenti del Mibact. È un segnale di fiducia verso chi lavora nelle nostre amministrazioni. D’altronde, l’istituzione del Parco dei Campi Flegrei è stata una grande scommessa, il primo passo per capire l’immensa storia e la cultura di questo territorio». Con quali risorse parte il Parco dei Campi Flegrei? «Ci sono 40 milioni per far partire subito la messa a sistema di Cuma, dell’anfiteatro di Pozzuoli e del castello di Baia, un disegno che contempla anche interventi per la mobilità e i collegamenti e che ha convinto i selezionatori del ministero aggiudicandosi il secondo posto tra i diciannove che il Mibact ha deciso di sostenere nella fase di progettazione». (Gaty Sepe – Il Mattino)