Sanremo 2017 omaggio a Tenco e 22 big per distrarre gli italiani

8 febbraio 2017 | 01:18
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Sanremo 2017 omaggio a Tenco e 22 big per distrarre gli italiani

Sanremo 2017 omaggio a Tenco e 22 big per distrarre gli italiani  Pronti, via. Sanremo 2017 parte con il blob dei ricordi, con le canzoni che, dal 1951 al 2016, non hanno mai vinto il Festival ma poi hanno venduto molto di più rispetto a chi aveva portato a casa il primo posto. Un lungo […]

Sanremo 2017 omaggio a Tenco e 22 big per distrarre gli italiani  Pronti, via. Sanremo 2017 parte con il blob dei ricordi, con le canzoni che, dal 1951 al 2016, non hanno mai vinto il Festival ma poi hanno venduto molto di più rispetto a chi aveva portato a casa il primo posto. Un lungo viaggio emozionale sull’onda della nostalgia che ha sempre la sua efficacia, ma in molti, anche sui social, hanno notato la colpevole senza di pezzi bellissimi come La Notte di Arisa, La terra dei cachi di Elio e le Storie Tese, La tua ragazza sempre di Irene Grandi.

Molto più lungo (e decisamente meno coinvolgente) è stato invece l’interminabile presentazione dei 22 Big in gara, che probabilmente poteva essere montata con qualche minuto in meno senza che la già scarsa efficacia ne risentisse.

Il vero inizio arriva solo alle 21.15, ma l’attesa è stata ripagata da Tiziano Ferro che ha omaggiato Luigi Tenco a 50 anni dalla morte con una interpretazione commovente e intensa di “Mi sono innamorato di te”. Brivido in sala, applausi in Sala Stampa, qualche lacrimuccia e lo stesso Ferro che è sembrato emozionato come forse non si era mai visto.

Un omaggio, quello a Tenco, che è continuato con le note di “Vedrai, vedrai” dell’orchestra del Festival diretta da Pinuccio Pirazzoli. Il risultato? Un inizio col botto. E il timore è che da lì in poi sia tutto un calo continuo e costante.

Nemmeno il tempo di asciugare i lucciconi, ed ecco che arriva Maria De Filippi, che come promesso non fa le scale e rompe il ghiaccio con una battuta su Donald Trump e Carlo Conti. Poi la gara, con Giusy Ferreri che porta a Sanremo un bravo che entra in testa e non esce più. Deciderete voi se è un bene o un male.

Fabrizio Moro, secondo Big in gara, canta un pezzo come al solito molto intimo e interpretato a muso duro. Peccato per la giacca, ma per fortuna sua è il Festival della canzone e non dell’outfit.

A sorpresa, Maria prende il comando della baracca e si va ad accomodare sui gradini della scala, così come fa a Uomini & Donne. Tutto per lanciare l’arrivo di Raoul Bova, con tanto clip introduttiva come quando arrivano i grandi ospiti ad Amici o a C’è posta per te.

Peccato, però, che lo sketch prevedeva la presentazione del prossimo Big da parte di Bova che, puntualmente, si è impappinato. Della serie “Una cosa dovevi fare e l’hai fatta pure male”.

Elodie, prima ex Amici a calcare il palco dell’Ariston quest’anno, ha sfoderato una grande grinta con un pezzo in cui si nota parecchio la mano di Emma Marrone.

Il primo momento “Tutti cantano Sanremo” è stato dedicato ai soccorritori del terremoto in Centro Italia e della valanga sull’hotel Rigopiano. Standing ovation all’Ariston, con Maria De Filippi che si è fatta raccontare da alcuni dei presenti le sensazioni e le emozioni degli interventi di salvataggio.

Dopo la prima pausa pubblicitaria è arrivata Lodovica Comello, amatissima sui social, impegnata in tv con la conduzione di Italia’s Got Talent e Singin’ in the car. Finalmente il momento Crozza, che ha cominciato la copertina scherzando sulle contestazioni di qualche anno fa, confermando di non voler tornare a Sanremo e di essere felice di stare a Milano.

Poi, per un attimo, è arrivata la parrucca di Renzi e via con i parallelismi tv e politica: “Carlo, non personalizzare mai. Non dire che se va male il Festival ti ritiri a vita privata. In una settimana sono passato da Obama ai Bauli nel carrello. Sei anche direttore artistico, Carlo. Devi fare tutto e poi farlo condurre ad Amadeus come ho fatto io con Gentiloni. Gentiloni è un po’ l’Amadeus della politica”.

Non si è salvato nessuno, a cominciare da Matteo Salvini: “Carlo, Salvini ha ragione. Il suo compenso dovrebbe andare ai terremoti. E anche quello di Salvini, però. Ma che lavoro fa? È pagato dall’Europa per dire che vuole uscire dall’Europa. Come se Carlo Conti prendesse i soldi dalla Rai e poi dicesse alla gente di guardare Sky”.

E poi Virginia Raggi: “Le polizze si fanno così, all’insaputa del beneficiario. A Roma hanno cominciato con i rogiti e ora sono arrivati alle polizze. Rogiti e polizze, sembra una canzone di Carmen Consoli. La Raggi mi piace, con lo sguardo assente, vacuo. Sembra scema, ma non è scema. È sindaco. Perché devi essere proprio sindaco per accettare di governare Roma”.

A Fiorella Mannoia, per molti favorita per la vittoria finale, l’Ariston tributa un applauso degno del migliore ospite internazionale. E la carriera dell’interprete romana è lì a giustificare questo e altro. Ma la vita è una montagna russa, con salite e discese, ed ecco arrivare Alessio Bernabei a ricordarci che niente dura per sempre, neppure i brividi regalati dall’interpretazione della Mannoia.

La differenza tra molte delle canzoni del Festival e la grande qualità è diventata ancora più evidente con il ritorno di Tiziano Ferro sul palco: prima Potremmo ritornare e poi con la splendida Il Conforto, in duetto con Carmen Consoli.
Il leone di Cellino ha riportato al centro la gara: Al Bano torna al Festival con il solito entusiasmo. Musicalmente è roba da Novecento (e neanche troppo inoltrato), ma umanamente il personaggio merita un encomio solenne. Per lui essere in gara a Sanremo è un’esperienza ogni volta intensa e molti ventenni rampanti dovrebbero prendere esempio da lui. L’ottavo big in gara è stato Samuel, reduce dalla lunga esperienza con i Subsonica: canzone alla Samuel, interpretazione alla Samuel. Risultato più che apprezzabile.
Momento promozione cinematografica con Paola Cortellesi e Antonio Albanese, a Sanremo per lanciare il film “Mamma o papà” e che si sono esibiti in una spassosa canzone (“Un mondo di pavòle”).

Il nono big in gara è stato Ron, la cui esibizione è stata seguita dall’ingresso sul palco di Giorgio Armillis e Francesca Laudisa dell’associazione MABASTA! – Movimento studentesco anti-bullismo.

Rush finale della gara con Clementino e Ermal Meta, separati dal momento balli di gruppo con Ricky Martin. Sudatissimo ma ancora in forma, Martin fa ballare l’Ariston e persino gruppetti di indomiti in Sala Stampa. Perché puoi fare il radical chic quanto vuoi, ma il villaggio vacanze piace a tutti.

L’apertura del televoto ha dato il via a un interminabile momento vuoto riempito dalle ospitate di Diletta Leotta (a parlare anche di cyber-bullismo e del caso che l’ha coinvolta) e Rocio Munoz Morales (con l’immancabile Bova), dal collegamento con Nicola Savino per il DopoFestival e dall’esibizione dei Clean Band