Sorrento, con l’ing. Elefante, chiarezza sulla proposta di progetto del parcheggio in via Rota. (I^ parte)

20 febbraio 2017 | 10:45
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Sorrento, con l’ing. Elefante, chiarezza sulla proposta di progetto del parcheggio in via Rota. (I^ parte)
Sorrento, con l’ing. Elefante, chiarezza sulla proposta di progetto del parcheggio in via Rota. (I^ parte)
Sorrento, con l’ing. Elefante, chiarezza sulla proposta di progetto del parcheggio in via Rota. (I^ parte)
Sorrento, con l’ing. Elefante, chiarezza sulla proposta di progetto del parcheggio in via Rota. (I^ parte)
Sorrento, con l’ing. Elefante, chiarezza sulla proposta di progetto del parcheggio in via Rota. (I^ parte)
Sorrento, con l’ing. Elefante, chiarezza sulla proposta di progetto del parcheggio in via Rota. (I^ parte)

  Dopo una serie di inesattezze, pubblicate dai mezzi di informazione, circa anche l’avallo delle Associazioni ambientaliste, il noto Tecnico precisa che quello proposto non è altro che un’idea di progetto su cui confrontarsi. Una iniziativa che al momento, una volta stabilito la coerenza con il Puc, potrebbe tuttavia rappresentare, in condivisione con Comune, Associazioni […]

Dopo una serie di inesattezze, pubblicate dai mezzi di informazione, circa anche l’avallo delle Associazioni ambientaliste, il noto Tecnico precisa che quello proposto non è altro che un’idea di progetto su cui confrontarsi. Una iniziativa che al momento, una volta stabilito la coerenza con il Puc, potrebbe tuttavia rappresentare, in condivisione con Comune, Associazioni e Cittadinanza, l’unica strada da percorrere per un valido recupero. Affinché l’area in questione possa essere poi messa a disposizione della Città di Sorrento e non rimanga bensì per i futuri decenni totalmente abbandonata.

Sorrento –  Talvolta la bramosia di fare notizia, se non si è opportunamente documentati, potrebbe causare l’effetto contrario di quello che piuttosto si vorrebbe  poi far passare come un’ anteprima. Come sta succedendo da tempo per una certa stampa nazionale, negli ultimi tempi, anche in penisola sorrentina tale tendenza sembrerebbe trovare terreno fertile da parte della stampa locale (cartacea ed on line). Pertanto, da lettore, si è completamente d’accordo quando si afferma che un bravo giornalista (non è il caso di chi scrive) non ha bisogno di ingigantire fatti dal niente, bensì cerca le notizie che reputa utili, si documenta, senza inutili aggiunte, sarà poi la sua penna a renderle appetitose. Ciò premesso, un caso sul quale, in queste settimane, si sta scrivendo di tutto e di più è rappresentato senz’altro dall’ipotesi di parcheggiointerrato da realizzare nel fondo agricolo in Via III°Rota.  Ossia di un nuovo progetto proposto dall’Ingegnere Antonio Elefante che vedrebbe, secondo quanto pubblicato, il via libera anche da parte delle associazioni ambientaliste. Al di là della categorica smentita da parte di Claudio D’Esposito presidente del Wwf Terre del Tirreno,(da sempre il vero protagonista, in penisola  sorrentina, del conflitto contro i boxes interrati), di un coinvolgimento in un tale progetto, da parte dell’ Associazione da lui rappresentata, risulta altresì confermato che non si possono stravolgere principi normativi e legali in base ai quali, WwfVas e Italia Nostra hanno portato avanti nel tempo determinate battaglie. Né tanto meno si potrebbe relegare a tali Associazioni il ruolo autorizzante di atti e pareri come bensì riportato dai soliti organi di stampa. Piuttosto, secondo il Wwf, potrebbe rivelarsi interessante comprendere, al di la della Sentenza di I°grado, i motivi del ritardo nell’iter del ripristino dello stato dei luoghi a seguito della decorrenza dei termini del permesso a costruire rilasciato nel 2010. La notizia del nuovo progetto, inutile dirlo, ha sollevato una serie di polemiche in città, da parte della stragrande maggioranza della cittadinanza, che anche in seguito alle vicende che portarono al blocco, da parte della Procura e la successiva Sentenza del Tribunale  di Torre Annunziata, del primo progetto per la realizzazione di 252 boxinterrati, è risultata da sempre contraria a quella che è stata considerata una grande speculazione nel cuore della città. Infatti,verrebbe considerato vano tutto il certosino lavoro di denuncia portato avanti dalle Associazioni ambientaliste; ma soprattutto di coloro come Claudio D’Esposito, Rosario Fiorentino e Giovanni Antonetti ,che con audacia e coraggio, osarono sfidare un sistema che sembrava andare a braccetto con determinati poteri. Dopo sette anni di udienze e rinvii, a gennaio 2016, la sentenza con condanna per abuso d’ufficio e falso ideologico in concorso tra loro perAdriano Bellacosa, proprietario del fondo e Giuseppe Lancellotto,amministratore della Edilgreen(la società che aveva richiesto l’autorizzazione a realizzare l’opera), nonché un anno di interdizione dai pubblici uffici per  Lucio Grande e Dario Parasole, i due commissari ad acta della Procincia di Napoli che concessero le autorizzazioni. Oltre che da una buona parte della cittadinanza, grande fu la soddisfazione del Wwf e dei VAS,che in ogni caso, sono stati gli unici costituitosi Parte Civile nel processo e difesi rispettivamente dagli avvocati  G.B. Pane, e  Johnny Pollio . Ad un anno dalla Sentenza l’attuale situazione presenta, nel centro della città, una vasta area sbancata di 3300 mq totalmente abbandonata, circa la quale si pretende a norma di legge il ripristino dello stato dei luoghi. Successivo al quale un folto numero di cittadini, capeggiati dalla famiglia Antonetti, vorrebbe realizzare un Parco da dedicare al compianto Avvocato Giovanni. Iniziativa che nonostante abbia colto molto consenso nella popolazione, tanto da raccogliere quasi 3 mila firme, prevedeva l’esproprio dell’area da parte del Comune di Sorrento. Un ‘operazione però bocciata dal Consiglio Comunale durante una seduta del novembre scorso, poichè, oltre a lasciare intendere che tale non era una priorità per l’amministrazione, il Sindaco Cuomo evidenziò, che in base alle stime dei tecnici comunali, il costo sarebbe stato di circa un milione e seicentomila euro e pertanto considerato eccessivo per le casse comunali. Ciò nonostante, fu intimato ai proprietari del fondo di rimuovere le opere realizzate e proseguire per il ripristino dello stato dei luoghi. Se ciò non si fosse realizzato l’intera area sarebbe stata acquisita a costo zero al patrimonio comunale.  Chiaramente, a questo punto, l’idea avanzata in questi giorni di un nuovo progetto, che sebbene molto ridimensionato rispetto a quello originario, oltre al diniego assoluto degli ambientalisti, ha provocato il riaprirsi delle vecchie polemiche ed il dissenso di coloro che si sono visti bocciare la proposta del Parco Giò Antonetti. Una situazione che in ogni caso, prima di chiudere a priori qualsiasi porta, il buon senso indicherebbe che andrebbe vagliata con un confronto di tutte le parti in causa con il Tecnico. Il quale ha sempre anteposto a qualsiasi nuova iniziativa che potrebbe interessare il fondo di via Rota, l’opinione ,oltre che delle associazioni ambientaliste, anche della cittadinanza, ritenute fondamentali per la realizzazione di qualsiasi futuro progetto. Anche perché l’attuale proposta, avanzata dall’Ing. Elefante, comprenderebbe, con il ripristino a verde dell’area sovrastante alla eventuale struttura e di una rimanente ulteriore area di 1900 mq, da riportare alla condizione originaria, probabilmente l’unica possibilità di realizzare il Parco Giò Antonetti.

Anche perché la sonora bocciatura, di tale nobile iniziativa, da parte del Comune ed un inutile ripristino dello stato dei luoghi, alla fine non accontenterebbe nessuno. Ossia, gli oltre tremila cittadini che in prima linea si sono adoperati per la realizzazione del Parco Giò, ne tanto meno il proprietario. Il quale ,pur accollandosi un’ulteriore spesa per il ripristino, circa il quale, secondo il Tecnico, la discussione rimane ancora aperta,  in ogni caso  continua a rimanere, in modo legittimo, il possessore del fondo. Infine, il costruttore, reduce da una serie di disgrazie che hanno colpito i suoi familiari ed  al momento gravemente ammalato, che pur vedendo sfumare, dopo la Sentenza del Tribunale insieme al proprietario i profitti di un intrepido investimento, vorrebbe, con tale ulteriore iniziativa,da quanto dichiarato dall’ing. Antonio Elefante, in attesa dell’esito del ricorso in appello e dell’eventuale prescrizione, oltre  recuperare una seppur minima parte le perdite, contribuire alla realizzazione di un’opera che vedrebbe stavolta come beneficiari in modo assoluto la cittadinanza sorrentina.

Al di là delle  inesattezze, pubblicate in questi giorni, dagli ostacoli burocratici e regolamentari, avanzati in modo concreto dagli ambientalisti,  ma partendo dal presupposto che l’opera, in tal modo progettata ,contribuirebbein modo determinate e senza alcuna spesa alla realizzazione del Parco Giovanni Antonetti ,varrebbe pertanto la pena, analizzare, quella che rimane al momento una proposta di progetto,con l’aiuto determinate dell’Ing.Antonio Elefante.  Il quale ancora una volta ribadisce,che quello presentato, non è un vero e proprio progetto ma semplicemente un’idea su cui confrontarsi. La quale,se non dovesse essere accettata e condivisa con il Comune ,diversamente da quanto divulgato dagli organi di stampa, anche con le associazioni ambientalistiche, non si proseguirà a presentare alcun progetto e l’intera area sarà destinata a rimanere abbandonata per qualche ventennio ancora. – La proposta di progetto prevede una soluzione che sia innanzitutto coerente con il PUC del Comune di Sorrento,  che secondo l’ingegnere ,risulterebbe un parcheggio a rotazione su più livelli e soprattutto un giardino sovrastante come prevede la legge. Una autorimessa mista di circa 50 postia rotazione (primo e secondo interrato) e circa 50 posti box auto pertinenziali. La cui pertinenza da stabilire prima dell’inizio dei lavori. Come è noto l’attuale fondo sbancato è di mq. 3300 ,dei quali 1000 mq saranno occupati dalla costruzione, mentre una restante parte di 1900 mq verrà ripristinata come era originariamente, riportando nuovamente il terreno alla quota originaria e ripiantandovi gli alberi. Altri 400 mq ,sul fronte strada, verranno sistemati con spazi di ingresso giardinetti e fontana sulla falsariga del Parcheggio Achille Lauro. Al momento, la copertura del parcheggio, non è stata progettata, poiché tale dovrà essere uno dei momenti del confronto. Tuttavia nel progetto è prevista la cessione della copertura al Comune. Ovvero, una volta concordata la soluzione  chi realizza l’intervento farà tutti i lavori e poi cederà l’area al Comune gratuitamente. 

A tale proposta, bisogna dire che l’Ingegnere ,senza farne alcuna pubblicità, sta lavorando già tempo. Infatti ,diversi mesi fa, fu proprio il noto tecnico a sottoporre  l’idea al rappresentante dell’Associazione contro le Illegalità, Antonino Caponnetto,(il cui Circolo territoriale è intitolato a Giovanni Antonetti) ed in secondo momento anche in un ulteriore incontro con il presidente del Wwf Terre del Tirreno, Claudio D’Esposito. Incontri durante i quali l’Ingegnere espose la proposta di progetto raccogliendo già da allora un diniego da parte del Wwf. In quanto l’area risulta in contrasto con il PUT ex Legge Regionale 35/87, zona territoriale 6 che richiama la disciplina della zona Territoriale, la quale per la zona B del P.R.G, in cui ricade l’area interessata dalla proposta progettuale, impedisce la edificazione delle residue aree libere, fatta eccezione per le sole attrezzature pubbliche che coprono una quota degli Standard Urbanistici di cui all’art.11 del PUT. Inoltre quanto disposto dall’art.9 della Legge Regionale Campania n.19/01,come sostituita dall’art. 49 comma 10 della Legge Regionale 16/2004, per i territori sottoposti alla disciplina del PUT ex-legge reg.35/87, sono fatti salvi tutti i vincoli previsti dalla legge stessa. Tuttavia, in tale occasione, fu lo stesso Claudio D’Esposito ad avanzare una eventuale collaborazione nel caso l’Ingegnere avesse dimostrato in modo legittimo il contrario di quanto previsto dal PUT e dalla Legge Regionale 19/01. In alternativa l’unica strada da percorrere dovrà essere il ripristino dello stato dei luoghi del fondo agricolo in Via III Rota,20, a seguito della decorrenza dei termini del permesso di Costruire  n.33 rilasciato 1l 29.11. 2010 per la costruzione dei 282 box interrati. Probabilmente tali saranno alcuni punti fondamentali intorno ai quali ruoterà la conferenza preliminare proposta dall’ingegnere Antonio Elefante, dove associazioni, ambientalisti e l’intera cittadinanza in modo democratico, trasparente e intelligente è invitata ad intervenire. (continua) – 20 febbraio 2017 –  salvatorecaccaviello