Torre del Greco. Waterfront già distrutto, è bastata una mareggiata. Infuria la polemica: «costruito male»
Torre del Greco. Dopo i lavori bocciati in centro, dopo il disastro dei cantieri tra via Roma, via Colamarino, via Noto e via Piscopia e dopo l’intervento bis alla fontana di Capo Torre, crolla un’altra opera di Più Europa: da ieri la passeggiata Porto-Scala non esiste più. Nella notte tra lunedì e martedì una mareggiata […]
Torre del Greco. Dopo i lavori bocciati in centro, dopo il disastro dei cantieri tra via Roma, via Colamarino, via Noto e via Piscopia e dopo l’intervento bis alla fontana di Capo Torre, crolla un’altra opera di Più Europa: da ieri la passeggiata Porto-Scala non esiste più. Nella notte tra lunedì e martedì una mareggiata ha devastato la promenade di contrada Calastro: completamente distrutta la passerella in legno sulla quale passeggiavano i torresi. È l’intervento numero 12 del programma Più Europa, quello denominato “Piazzali e passeggiate a mare”: il waterfront – inaugurato a dicembre 2015 e costato due milioni di euro, di cui 1,3 milioni di finanziamenti europei e 942.000 euro di fondi comunali – è stato del tutto cancellato. Massi lavici e pietre artificiali hanno invaso la passeggiata, per fortuna a quell’ora deserta. Ora l’intera area è chiusa al pubblico, il cancello di ingresso è sbarrato, perfino il parcheggio interno è interdetto. Una squadra di tecnici del Comune ha avviato i rilievi ma resta ancora da capire se possa la passeggiata essere in qualche modo recuperata – sia pure con massicci interventi di manutenzione – o se invece tutto è perduto. Il progetto esecutivo fu approvato il 4 marzo 2015, a suo tempo se ne occuparono l’architetto Giuseppe D’Angelo, il geometra Salvatore Loffredo, in qualità di responsabile del procedimento e l’Impresa Doldo Carlo Spadi Ercolano. «Un crollo annunciato» per l’opposizione, che accusa il sindaco Ciro Borriello di non aver protetto adeguatamente l’opera con barriere frangiflutti. Già nelle scorse settimane, infatti, c’erano stati due crolli lungo il costone lavico: i cedimenti erano stati puntellati ma, evidentemente, i lavori di messa in sicurezza non sono bastati. «Siamo una città di mare e non sappiamo costruire sul mare». E non solo: «Ancora lavori e soldi letteralmente buttati a mare», la rabbia dei cittadini. «L’opera è totalmente da rifare, due milioni di euro bruciati in una notte», la reazione di Domenico Maida (Idv), sul posto per un sopralluogo insieme alle minoranze. Assenti, invece, il primo cittadino e la sua maggioranza. «Siamo alle solite: ci troviamo a piangere sul latte versato quando invece con una corretta analisi era tutto prevedibile», commenta Ludovico D’Elia del M5S. Per il Pd «questi sono gli effetti di un terremoto – sostengono i consiglieri Michele Polese, Clelia Gorga e Salvatore Romano – Il dettaglio più assurdo è che, tra le macerie, si intravedono i cantieri dei vecchi crolli». Prima era franato il costone lavico di via Spiaggia del Fronte, nella zona dei cantieri navali, poi quello sul quale è stato costruito l’ufficio anagrafe. E pensare che già nel novembre 2015 Giovanni Palomba, la Cassandra del consiglio comunale, aveva presentato un’interrogazione sulla sicurezza di Porto-Scala. I lavori non erano neanche terminati ma la forza della natura evidenziò le carenze del progetto. «Già sentivo “odore di bruciato” – attacca il capogruppo di Ncd-Udc – Vogliono spacciare come calamità straordinaria una mareggiata ma in zone come la nostra questi fenomeni sono la regola». Non per il sindaco che parla di «evento eccezionale: la legge mi impedisce di realizzare una maxibarriera frangiflutti perché c’è da tutelare l’impatto visivo e ambientale ma – promette Borriello – ho già ordinato la creazione di una protezione a pelo d’acqua. Entro il finesettimana puliremo la passerella e capiremo l’entità dei danni». Difficile, al momento, dire se sotto le macerie è rimasto qualcosa e se ci saranno risvolti per tecnici, ditta e collaudatori. (Francesca Raspavolo – Il Mattino)