Traffico di organi, dilaga il business. L’allarme viene dal Vaticano: le prime vittime sono bambini e indigenti
Traffico di organi umani e tratta delle persone: due temi delicati di cui si è discusso in Vaticano nell’ambito di uno stesso convegno, il 7 e l’8 febbraio. A volerlo è stato il Papa che tra i due temi scorge un legame strettissimo. Sono l’indigenza e la mancanza di diritti elementari, infatti, a trasformare gli […]
Traffico di organi umani e tratta delle persone: due temi delicati di cui si è discusso in Vaticano nell’ambito di uno stesso convegno, il 7 e l’8 febbraio. A volerlo è stato il Papa che tra i due temi scorge un legame strettissimo. Sono l’indigenza e la mancanza di diritti elementari, infatti, a trasformare gli uomini in moderni schiavi e, nel caso dei bambini, a ridurli a meri corpi da cui prelevare organi da destinare al mercato nero. Al summit hanno partecipato rappresentati di quasi tutti i Paesi del mondo. «Vogliamo avere informazione di quale sia il movimento di soldi che gira intorno a questo fenomeno, quale sia la reale estensione del traffico», ha spiegato monsignor Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere della Pontificia accademia delle scienze. «Intorno a esso c’è molto silenzio», ha quindi denunciato il vescovo, sottolineando come si tratti di «una pratica che non si può fare senza la complicità dei medici» e che per questa ragione va affrontato il tema della coscienza dei professionisti sanitari che si muovono in quelle zone d’ombra create da leggi non chiare e da una mancanza di controllo. «Molti poveri nel mondo danno volontariamente i propri organi, che vengono acquistati dai ricchi», è la denuncia di Gustavo Vera, deputato di Buenos Aires e attivista nella difesa dei diritti umani. «Si cercano persone vulnerabili, portandole a vendere i propri organi, perché sono disperate economicamente». Secondo Vera «per risolvere questa piaga bisogna che il tema diventi pubblico e che si cominci a lavorare in rete». In ultimo, «è necessario garantire che la distribuzione degli organi non segua cioè la logica di chi ha più denaro». Il traffico di organi infatti – molto diffuso in Messico, America latina, Egitto, Pakistan, India – ha i suoi ricettori nei malati facoltosi che dal Canada, dagli Usa, dall’Europa occidentale, dai Paesi del Golfo e dall’Australia si trasferiscono temporaneamente in quei Paesi per ricevere l’organo di cui hanno bisogno. Il sequestro di bambini e adulti migranti o rifugiati, per utilizzare i loro organi, è divenuto un business. A ricordarlo ieri è stato anche il Papa che, nella Giornata di preghiera contro la tratta, dedicata in particolare a bambini e adolescenti, ha auspicato «che quanti hanno responsabilità di governo combattano con decisione questo crimine vergognoso e intollerabile». Crimine di cui la Cina, tra i Paesi che hanno partecipato al summit, si è largamente macchiata: accusata di alimentare il traffico di organi, prelevandoli dalle persone condannate a morte, all’incontro in Vaticano era presente anche l’ex ministro della Sanità Huang Jiefu. Una presenza che ha sollevato polemiche da parte delle organizzazioni in difesa dei diritti umani. La protesta nasce anche da un certo equilibrismo che si tiene Oltretevere dove si sta preparando da tempo un minuzioso lavoro diplomatico volto a ricucire i rapporti con la Cina. «Qualcuno potrebbe credere che vogliamo coprire le cattive pratiche conosciute nel Paese – ha chiarito con qualche imbarazzo Sorondo – Ma non è così. L’effetto positivo è rafforzare la posizione attuale del governo cinese, che vuole realmente operare un cambiamento, rispettare la dignità umana. Che oggi in Cina non avvenga alcun trapianto illegale di organi non lo possiamo dire, però vogliamo sostenere fortemente il cambio di direzione». (Mariaelena Finessi – La Città di Salerno)