VASTO, I GENITORI DI FABIO: “ROBERTA ERA INCINTA, LUI ANDAVA RICOVERATO”

5 febbraio 2017 | 11:51
Share0
VASTO, I GENITORI DI FABIO: “ROBERTA ERA INCINTA, LUI ANDAVA RICOVERATO”

“Fabio stava male, molto male”, raccontano i genitori di Fabio Di Lello, l’uomo che ha sparato contro il killer di Roberta Smargiassi. Tre colpi di pistola contro Italo D’Elisa, colpevole di aver travolto e ucciso sette mesi fa in un incidente stradale l’amatissima moglie.   “L’incidente ha cambiato la vita di tutti – spiegano in un’intervista al […]

“Fabio stava male, molto male”, raccontano i genitori di Fabio Di Lello, l’uomo che ha sparato contro il killer di Roberta Smargiassi. Tre colpi di pistola contro Italo D’Elisa, colpevole di aver travolto e ucciso sette mesi fa in un incidente stradale l’amatissima moglie. 
“L’incidente ha cambiato la vita di tutti – spiegano in un’intervista al Corriere della Sera – Fabio non è riuscito ad accettare la morte di Roberta. Andava al cimitero anche di notte, saltava il muro e stava lì con lei. Sempre, notte e giorno. Poi ha smesso con le notti ed entrava alle 7 del mattino, quando aprivano i cancelli, tornava a mangiare un boccone, poi di nuovo lì fino alle 6 di sera, l’orario di chiusura. Un’ossessione: suo fratello lo invitava a Roma e lui rifiutava: ‘E poi chi ci sta con Roberta?’. Gli dicevo Fabio tu non puoi vivere così, ma lui si arrabbiava”.Di Lello non sopportava di vedere D’Elisa passare con l’auto ogni giorno e si è ammalatp . Ogni volta si agitava: “C’è quello lì… Io l’accido quello lì”. Il dolore era ancora più insopportabile perché Roberta era incinta e avrebbero voluto annunciare il lieto evento il giorno dopo l’incidente. I due avevano grandi progetti e  pensavano di aprire un negozio con un minimo di ristorazione a base di pane.
Dopo la tragedia la mente di Fabio si è ammalata. “Era in cura da tre specialisti. Due giorni prima del delitto avevo chiesto che fosse ricoverato perché lo vedevo male”, dice la madre. Doveva però essere lui a fare la richiesta. I genitori del panettiere non erano a conoscenza inoltre dell’esistenza della pistola.

LEGGO.IT