Virginia Raggi la polizza e la difesa di Grillo d del Movimento 5 stelle

3 febbraio 2017 | 18:17
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Virginia Raggi la polizza e la difesa di Grillo d del Movimento 5 stelle

. Virginia Raggi sarebbe innocente: non sapeva della polizza stipulata da Salvatore Romeo. Si tratterebbe di un caso di “amore non corrisposto”, una polizza regalata a sua insaputa da un uomo che aveva perso la testa per lei. È questa la linea tracciata ieri sera nella war room del Movimento, con i capi della comunicazione […]

. Virginia Raggi sarebbe innocente: non sapeva della polizza stipulata da Salvatore Romeo. Si tratterebbe di un caso di “amore non corrisposto”, una polizza regalata a sua insaputa da un uomo che aveva perso la testa per lei. È questa la linea tracciata ieri sera nella war room del Movimento, con i capi della comunicazione e Luigi Di Maio in stretto contatto con Beppe Grillo e Davide Casaleggio. L’atto d’amore di un uomo solo che pochi mesi dopo è stato promosso dalla sindaca a capo della sua segreteria politica, con uno stipendio triplicato (ridotto dopo i rilievi dell’Anac, ma comunque rimasto intorno ai 90mila euro).

Tutto questo è sufficiente per fare dire “basta” a gran parte del Movimento, i parlamentari sono sgomenti e arrabbiati. La tesi dei giornali contro, della macchinazione dei poteri forti, è buona da spacciare nei talk show, ma sempre più difficile da sostenere. Perfino per chi – come Alessando Di Battista – è stato grande sponsor della sindaca, ma ieri ripeteva: “Deve spiegare, così non la reggiamo”.

Il sangue freddo è mantenuto invece a Milano. “E certo, Davide Casaleggio si crede Dio – sbotta un parlamentare – al di sopra di tutto, anche della legge. Esattamente come Virginia”. Un eletto mette in fila i fatti, poi chiede: “Cos’altro dobbiamo scoprire?”.

Ed ecco i fatti: “L’omissione dello studio Previti nel curriculum con cui ha presentato la sua candidatura, quella sul ruolo di presidente della società di Gloria Rojo, la segretaria dell’ex ad Ama Panzironi, finito in Mafia Capitale. E ancora il dossieraggio contro il rivale Marcello De Vito, la difesa strenua d Raffaele Marra anche dopo la richiesta di Beppe Grillo di allontanarlo. La promozione di Romeo. Quella di Renato Marra, fratello di Raffaele, a dirigente dell’assessorato al Turismo in barba a qualsiasi norma sul conflitto di interessi, e con un altro vantaggio economico di circa 20mila euro l’anno”.

Malumori serpeggiano anche nella base, come si legge nei commenti in calce al blog di Grillo e al profilo Facebook della sindaca. “C’è qualcuno che mi può intestare una polizza? – ironizza un’attivista sulla pagina Fb di Raggi – ricambierò con un incarico prestigioso il tutto onestamente”. Le fa eco un’altra sostenitrice: “Ma chi abbiamo eletto? Mi fermo qui altrimenti mi parte l’insulto e non ho nessuna voglia di polemizzare con chi ha ancora voglia di difenderla”.

Le frasi che circolano sulla sindaca in queste ore tra i parlamentari del Movimento vanno da “è una delinquente seriale” a “bisogna farle fare un corso da quelli bravi, almeno così non si faceva scoprire”. Roberta Lombardi aspetta le scuse di un gruppo che l’ha ostracizzata quando – unica – dopo il dossieraggio su de Vito fatto insieme a Daniele Frongia ed Enrico Stefano ha chiesto: “Cacciamo questi tre”. Di Maio è turbato, ma segue la linea dei vertici e chiede di mantenere la calma. Roberto Fico, Paola Taverna, Nicola Morra e il fronte che ha smesso di fare sconti a Raggi fin dalla bugia sul caso Muraro rimane silenzioso in attesa di sviluppi giudiziari. Gli unici che – ha detta di chi ha parlato con il leader – possano costringerlo a un passo che non

vuole fare prima delle elezioni politiche. Ma che se scattasse l’accusa di corruzione, o peggio, di voto di scambio e associazione a delinquere, decreterebbe la fine dell’esperienza del Movimento 5 Stelle a Roma. E un serio danno per la corsa al governo del Paese