Agropoli al voto. Agostino Abate pronto, punterà tutto sul «senso di comunità»

28 marzo 2017 | 16:43
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Agropoli al voto. Agostino Abate pronto, punterà tutto sul «senso di comunità»

Si è tenuto domenica scorsa, all’hotel Serenella, il primo incontro pubblico per il candidato sindaco di Agropoli, Agostino Abate. L’attuale consigliere comunale di minoranza ha puntato sul senso di comunità. «Così come sfogliare un album di famiglia – ha spiegato Abate – anche l’album dell’esperienza politica costituisce un momento bellissimo della mia vita. Il fatto […]

Si è tenuto domenica scorsa, all’hotel Serenella, il primo incontro pubblico per il candidato sindaco di Agropoli, Agostino Abate. L’attuale consigliere comunale di minoranza ha puntato sul senso di comunità. «Così come sfogliare un album di famiglia – ha spiegato Abate – anche l’album dell’esperienza politica costituisce un momento bellissimo della mia vita. Il fatto di vedere qui tante persone mi porta a pensare che il cammino iniziato è quello giusto. Non si tratta di giudicare opere giuste e meno giuste dell’amministrazione in carica, quanto piuttosto che la stessa ha distrutto l’interesse comune, la partecipazione e la condivisione. Ha diviso i cittadini in buoni e cattivi, perseguitando eletti ed elettori. E se questa è la politica del padrone che vuole, come i partiti, dividersi il potere, noi vogliamo invece amministrare la cosa pubblica come se fosse un condominio, dove si agisce nel bene di tutti i condomini». Non sono mancati attacchi da parte di Vito Rizzo, consigliere comunale che appoggia la candidatura di Abate: «Dopo l’elezione del Consiglio regionale sul tavolo c’era la riapertura dell’ospedale di Agropoli o il posto da consigliere all’agricoltura e Alfieri ha preferito il suo incarico». E ancora: «Prima delle regionali mi sono trovato a fare il consulente giuridico al Consiglio regionale: alcuni consiglieri uscenti mi avevano rivelato la possibilità di far passare Agropoli come ospedale della Piana del Sele ma Alfieri, che allora si preparava a candidarsi alla Regione, non volle che il merito della riapertura fosse attribuita a quei consiglieri e non diede seguito alla proposta». Il consigliere Malandrino ha posto in risalto «i 40 milioni di euro di debiti contratti dall’amministrazione in carica, dei quali la metà con la Bcc». (La Città di Salerno)