ASSEGNI “RICOLLOCAZIONE” FINO A 5MILA EURO, IL BONUS PER 30MILA DISOCCUPATI
Al via i primi assegni di ricollocazione: erogati dall’Anpal presieduta da Maurizio Del Conte, i bonus saranno destinati a 30mila disoccupati e saranno di un’entità tra i mille e i 5mila euro a seconda delle condizioni di partenza più o meno favorevoli del senza lavoro: più alti per i disoccupati che hanno più difficoltà a […]
Al via i primi assegni di ricollocazione: erogati dall’Anpal presieduta da Maurizio Del Conte, i bonus saranno destinati a 30mila disoccupati e saranno di un’entità tra i mille e i 5mila euro a seconda delle condizioni di partenza più o meno favorevoli del senza lavoro: più alti per i disoccupati che hanno più difficoltà a trovare un impiego.A presentale quello che si configura come il primo intervento di politica attiva nazionale mai realizzato in Italia, sarà lo stesso Del Conte con il premier Paolo Gentiloni in occasione di un incontro al centro per l’Impiego di Avellino.L’assegno in questa prima fase sperimentale è destinato dunque ad un tredicesimo della platea potenziale di beneficiari, scelti random su scala nazionale e andrà al centro per l’impiego o all’agenzia privata (e non al disoccupato, che percepisce la Naspi) che potranno incassarlo solo se trovano un contratto all’aspirante lavoratore. “L’assegno è condizionato al risultato e dunque al posto di lavoro”, dice all’Adnkronos Maurizio Del Conte, presidente Anpal, spiegando che se il centro per l’impiego o l’agenzia privata trovano al disoccupato “un contratto a tempo indeterminato percepiranno l’assegno per intero, in caso di contratti a tempo determinato, ma che siano superiori a 6 mesi, prenderà il 50% del bonus”. E incalza: “così diciamo basta ai bazar dei colloqui fine a se stessi e stimoliamo la ricerca attiva di un posto”.Al termine della fase pilota la misura entrerà subito a regime per tutti i disoccupati che faranno richiesta. Di certo dalla sperimentazione l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro ricaverà indicazioni importanti: sulla filiera dei servizi per l’impiego; sul tasso di risposta e quindi sull’atteggiamento culturale verso il lavoro e, infine sulla reale efficacia della misura.
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