Capaccio Paestum. Degrado ed animali accanto alle case popolari. Per il Tar il Comune deve restituire l’area ai proprietari
Capaccio Paestum. Il terreno adiacente agli alloggi popolari, in località Rettifilo, trasformato in discarica, ostaggio del degrado e dell’incuria. Nell’area era prevista la costruzione di un edificio polifunzionale, un parcheggio e aree a verde. Opere di fatto in quattordici anni mai costruite. Il fondo è stato solo delimitato con una recinzione. All’interno ancora insiste una […]
Capaccio Paestum. Il terreno adiacente agli alloggi popolari, in località Rettifilo, trasformato in discarica, ostaggio del degrado e dell’incuria. Nell’area era prevista la costruzione di un edificio polifunzionale, un parcheggio e aree a verde. Opere di fatto in quattordici anni mai costruite. Il fondo è stato solo delimitato con una recinzione. All’interno ancora insiste una grossa gru arrugginita, scarti di inerti e altri rifiuti, e erba alta divenuta covo per serpenti e topi. A chiedere la bonifica sono gli stessi residenti. «L’area va ripulita – afferma Franco Mitrano – è nel totale abbandono e degrado, insiste su strade frequentate quali via Nitti, via Togliatti e via Case Bruciate. Un rifugio per topi e serpenti, almeno tagliassero l’erba». Nel 2003 il Comune procedette con un’occupazione di urgenza finalizzata alla realizzazione delle strutture previste nell’ambito del progetto generale della costruzione degli alloggi popolari. Il Comune, una volta occupato il fondo, non ha mai provveduto a pagare l’indennizzo di esproprio. Nel frattempo l’Iacp Futura è fallita e le opere non sono state costruite. I proprietari hanno proceduto con un ricorso al Tar accolto nel 2016 dai giudici, che hanno annullato la delibera di consiglio comunale (84 del 19 ottobre 2001) che localizza il “Programma di edilizia agevolata – convenzionata proposto dallo Iacp della Provincia di Salerno”, in località Rettifilo, su terreni di proprietà anche dei ricorrenti. I giudici hanno ritenute fondate le motivazioni dei ricorrenti, che potranno rientrare in possesso delle loro proprietà, allo stato ancora in mano alla società curatela fallimentare Iacp Futura. Il giudice delegato non ha ancora autorizzato la consegna al Comune che, a sua volta, dovrà restituire il fondo di 6.200 metri quadrati ai proprietari. La procedura dovrebbe concludersi a breve. L’annullamento del deliberato, che localizza il programma di edilizia agevolata, comporta problemi di tipo urbanistico anche per gli alloggi facenti parte di un unico intervento. Inoltre, dopo la restituzione del fondo, per il Comune la vicenda molto probabilmente non si chiuderà. I proprietari sarebbero intenzionati a procedere con una richiesta di risarcimento danni considerato che, per quattordici anni, non hanno potuto utilizzare il fondo e chiederanno un’indennità di occupazione. La normativa stabilisce che l’indennità sia quantificata nel 12 per cento del prezzo di esproprio. Una bella rogna per il Comune, che dovrà sborsare decine e decine di migliaia di euro, che andranno ad aggiungersi agli interventi di pulizia e bonifica dell’area prima della riconsegna ai proprietari. Nel fondo sono stati abbandonati soprattutto materiali di risulta e una gru, la cui ruggine è causa di inquinamento del terreno. Bisognerà anche rivedere i confini del fondo che, a quanto pare, è stato in parte occupato abusivamente per la realizzazione di una area di sosta a servizio di un’attività commerciale. La gru dovrà essere rimossa da un’impresa edile di Battipaglia proprietaria della stessa. (La Città di Salerno)