Quindici giorni per ridurre a due, massimo tre, il numero dei siti potenzialmente idonei ad accogliere le nuove Fonderie Pisano e mettere sulla carta, nero su bianco, i nomi dei luoghi sui quali la scelta è ricaduta. Su questi ultimi, infatti, regna ancora il mistero. Almeno ufficialmente. Ma quel che certo è che il posto […]
Quindici giorni per ridurre a due, massimo tre, il numero dei siti potenzialmente idonei ad accogliere le nuove Fonderie Pisano e mettere sulla carta, nero su bianco, i nomi dei luoghi sui quali la scelta è ricaduta. Su questi ultimi, infatti, regna ancora il mistero. Almeno ufficialmente. Ma quel che certo è che il posto da cerchiare in rosso sulla cartina sarà in zona Asi. L’obiettivo è «godere di procedure amministrative semplificate» e così accelerare sui tempi. Per l’estate, secondo la road map emersa dalla riunione, la proprietà potrebbe essere in possesso dei suoli. L’incontro di ieri in Regione Campania, insomma, se pare abbia portato a fare dei passi avanti sui criteri per l’individuazione del sito, non ha tolto il velo sul nodo della vicenda: il nome del Comune in cui si intende delocalizzare l’impianto di Fratte. Una riunione dai toni distesi e collaborativi, quella a palazzo Santa Lucia. Il vicepresidente nonché assessore all’ambiente regionale, Fulvio Bonavitacola, ha voluto incontrare il direttore generale dell’opificio di via dei Greci, Ciro Pisano. Ma non solo. Con lui, infatti, sono stati invitati il sindaco di Salerno, Enzo Napoli, e gli assessori comunali all’ambiente, Angelo Caramanno, all’urbanistica, Mimmo De Maio, al bilancio e allo sviluppo, Roberto De Luca. Gli stessi che una settimana fa avevano ricevuto in Comune la proprietà Pisano e ieri i rappresentanti dei comitati cittadini in lotta contro lo stabilimento di Fratte. Al tavolo ha preso parte anche l’assessore regionale alle attività produttive Amedeo Lepore. In sostanza, a riunirsi è stato lo stesso parterre che già aveva discusso dell’argomento delocalizzazione, qualche mese fa, sia al ministero dello Sviluppo economico che negli stessi uffici regionali.
Tuttavia, chi si aspettava, a distanza di mesi, un passo avanti sulla ufficializzazione dei suoli prescelti è rimasto deluso. «Le amministrazioni presenti hanno preso positivamente atto della metodologia individuata dall’azienda al fine di individuare le aree industriali nelle quali è potenzialmente delocalizzabile l’impianto produttivo di Fratte, Salerno», recita la nota della Regione. Sul tavolo, insomma, «gli aspetti tecnici» e «le caratteristiche del sito che potrà essere ritenuto idoneo». Niente nomi, per una scelta precisa: evitare barricate preventive.
DI GIOVANNA DI GIORGIO IL MATTINO.IT