Gomis blinda la Salernitana. Il portiere è protagonista anche sui social: ora punta a conquistare i playoff
Gli attaccanti finiscono in vetrina e i portieri su twitter. Alfred Gomis è un tipo social e subito dopo la vittoria col Brescia ha pubblicato la foto con la didascalia “cena della vittoria col superprocuratore” per condividere col mondo granata la propria gioia per il 2-0. Una vittoria con più firme e più timbri di […]
Gli attaccanti finiscono in vetrina e i portieri su twitter. Alfred Gomis è un tipo social e subito dopo la vittoria col Brescia ha pubblicato la foto con la didascalia “cena della vittoria col superprocuratore” per condividere col mondo granata la propria gioia per il 2-0. Una vittoria con più firme e più timbri di quanto induca a credere il punteggio: la Salernitana ha preso ossigeno, quota e fiducia pure grazie alla scarpa numero 45 di Gomis – provvidenziale e salva risultato – piantata come una calamita al confine tra l’esaltazione e la depressione, a metà strada tra il gol di Coda con la suola e il fiocchetto finale di Donnarumma. Gomis, invece, ha stregato Bonazzoli e la Salernitana gli dice grazie perché ci sono parate che valgono una stagione e trasformano i sospiri in sorrisi. Ora la parola d’ordine è continuità, pure tra i pali: a Chiavari, contro Catellani e soprattutto contro Caputo, il “Puma” Gomis dovrà riuscire a blindare la porta granata per due gare di fila, impresa che gli è riuscita solo tra il 4 e il 10 febbraio, contro Novara e Vicenza. Lui è il numero uno della Salernitana da 9 partite. Dal 22 gennaio con lo Spezia alla sfida col Brescia, 11 marzo, ha subito 7 gol: due a Verona, uno in casa col Cesena, uno a Trapani, due in casa con la Spal e uno a Benevento su rigore. Le sue colpe? Responsabilità col Cesena, ma quel peccato da portiere l’ha già “lavato”, prima a parole e poi in campo. «Sono stato ingannato dal rimbalzo – disse a caldo, dopo il colpo di testa di Cocco – noi ci alleniamo spesso sull’erba sintetica ma quando si gioca all’Arechi è un’altra storia e un altro campo. Non mi piace parlare di papera ma di un gol che magari potevamo evitare tutti insieme. Nella mia testa non c’è più, è acqua passata. Penso già alla prossima parata che devo compiere». Detto, fatto. A Trapani, nonostante il disastro generale, era stato uno dei pochi a salvarsi immolandosi su Manconi lanciato a rete e poi deviando plastico la punizione di Barillà. Doppio salvataggio anche su Jallow ma impotente sulla inzuccata vincente di Maracchi, da due passi. Ultimo baluardo anche a Benevento, altra trasferta delicata come la prossima a Chiavari: paratone su Chibash e Falco, capolavoro nel primo tempo toccando con la punta delle dita il pallone fiondato da Cissè, destinato all’angolo alla sua destra. Faccia a faccia con Ceravolo, in occasione del rigore, aveva dovuto alzare la saracinesca. Dal derby però la Salernitana è uscita rafforzata anche nella fase difensiva, più cattiva e consapevole, più compatta come reparto e non solo come interpreti. I cross talvolta mettono ansia – col Brescia il portiere italo-senegalese ha esitato in una circostanza – ma di solito Gomis non è uno che s’irrigidisce sulla riga di porta, anzi è abituato ad attirare a sé il pallone e lo fa urlando a squarciagola sia in campo che nelle prove d’allenamento per sgombrare l’area di rigore da equivoci. Alla Salernitana è arrivato in prestito secco ma non vive l’esperienza in granata con l’animo leggero di chi sa che a giugno, in ogni caso, finirà altrove. Conquistato dal calore e dalla passione di Salerno, Gomis ha deciso di vivere la maglia granata da protagonista, da numero uno. Sogna il post per celebrare i playoff ma prima di scriverlo occorreranno altre parate della provvidenza. (La Città di Salerno)