Le App per la Nasa si sviluppano a Napoli. L’Agenzia Usa ha scelto il polo di San Giovanni per ospitare l’hackathon 2017
«Benvenuti al Nasa Space Apps sfida 2017 a Napoli». Il 29 e 30 aprile nella sede federiciana di San Giovanni a Teduccio (la Nasa tiene a specificare nella stessa location dell’Accademia Ios di Apple) si terrà un «hackathon» di 48 ore, in varie città del mondo tra cui Napoli destinata a «programmatori, scienziati, designer, cantastorie, […]
«Benvenuti al Nasa Space Apps sfida 2017 a Napoli». Il 29 e 30 aprile nella sede federiciana di San Giovanni a Teduccio (la Nasa tiene a specificare nella stessa location dell’Accademia Ios di Apple) si terrà un «hackathon» di 48 ore, in varie città del mondo tra cui Napoli destinata a «programmatori, scienziati, designer, cantastorie, creatori, costruttori, tecnici e a tutti gli amanti dello spazio». L’anno scorso hanno partecipato a questi eventi più di 15.000 persone. E non c’è dubbio che la presenza di Apple a San Giovanni abbia innescato un meccanismo virtuoso, per cui moltissime grandi società (poco tempo fa la Accenture) oppure l’Agenzia spaziale americana ora siano attirate dall’insediamento. Non si tratterà di soldi contanti, ma di saperi e opportunità sì. La due giorni Nasa, infatti, selezionerà le tre migliori App che concorreranno poi a livello internazionale. «Fino a poco tempo fa – spiega Giorgio Ventre docente federiciano, mente e anima della Ios Academy – si riteneva che la capacità di programmare fosse per pochi nerd, particolarmente dotati. In realtà oggi è vero il contrario. Sia perché è più facile programmare sia perché esistono molte più macchine da programmare, non solo il pc. E soprattutto la programmazione oggi riguarda tutte le professioni. Anche ad un laureato in lettere classiche oggi servono competenze di questo tipo». E non è un esempio a caso quello che fa il professor Ventre. Dopo Accenture e appunto l’hackathon Nasa, si sta lavorando ad un’iniziativa simile in collaborazione con il Museo nazionale. «La cultura della programmazione – prosegue Ventre – deve essere quanto più diffusa possibile. Per i beni culturali le applicazioni possono riguardare la fruizione, ma anche il mantenimento e la conservazione del bene stesso, oltre che ai più scontati servizi di marketing culturale. Io sono coordinatore nazionale di “Programma il futuro”, un progetto grazie al quale siamo riusciti a insegnare come si programma a un milione e mezzo di bambini in tutta Italia ». Ma ora tocca andare nello spazio. L’evento, ovviamente, è fortemente sostenuto anche dal consolato americano a Napoli. Le registrazioni sono aperte: «Portate il vostro computer portatile per l’evento». Of course. Si legge sul sito dell’Agenzia spaziale. (Corriere del Mezzogiorno)