Napoli. Gip respinge la richiesta di rito immediato per il fidanzato di Tiziana Cantone perché manca l’evidenza della prova

14 marzo 2017 | 17:05
Share0
Napoli. Gip respinge la richiesta di rito immediato per il fidanzato di Tiziana Cantone perché manca l’evidenza della prova

Napoli. Non c’è l’evidenza della prova e dunque Sergio Di Palo, ex fidanzato di Tiziana Cantone, non può essere sottoposto a giudizio immediato, «saltando» cioè la fase dell’udienza preliminare. Lo ha stabilito il gip Pietro Carola che ha dunque respinto la richiesta avanzata nei giorni scorsi dal pm Alessandro Milita. Soddisfazione è stata espressa dall’avvocato […]

Napoli. Non c’è l’evidenza della prova e dunque Sergio Di Palo, ex fidanzato di Tiziana Cantone, non può essere sottoposto a giudizio immediato, «saltando» cioè la fase dell’udienza preliminare. Lo ha stabilito il gip Pietro Carola che ha dunque respinto la richiesta avanzata nei giorni scorsi dal pm Alessandro Milita. Soddisfazione è stata espressa dall’avvocato Bruno Larosa, che difende Di Palo e che nei giorni scorsi aveva depositato al gip una memoria: «Il procedimento – ha dichiarato il penalista – dovrà seguire la via ordinaria e quindi consentirà alla difesa di chiedere al pubblico ministero il compimento di attività istruttorie che sono state finora carenti». L’ex fidanzato di Tiziana è indagato per calunnia (lo sarebbe anche lei se fosse ancora in vita): per la Procura, infatti, spinse Tiziana ad accusare di avere divulgato i filmati porno cinque amici virtuali che sapevano innocenti. Spinse anche la giovane, morta suicida lo scorso settembre a Mugnano, a denunciare falsamente il furto del telefonino. Diversa la ricostruzione della difesa, che mette in relazione il fascicolo sulla calunnia con quello a carico di cinque persone per diffamazione; cinque persone per le quali il pm ha chiesto l’archiviazione: anche in questo caso il gip Tommaso Perrella ha respinto la richiesta, disponendo per il prossimo aprile una camera di consiglio aperta a tutte le parti. Secondo il difensore di Di Palo, insomma, non si può definire la vicenda della calunnia prima di conoscere l’esito del fascicolo per diffamazione. A Napoli Nord, inoltre, è ancora aperta l’inchiesta per l’induzione al suicidio di Tiziana, tant’è che il pm Rossana Esposito ha negato la restituzione a Di Palo di computer, telefonino e iPad. Per tutti questi motivi, ritiene l’avvocato Larosa, non c’è l’evidenza della prova. Il gip Carola ha concordato e disposto il reinvio degli atti in Procura. Poiché nel frattempo il pm Milita è stato nominato procuratore aggiunto a Santa Maria Capua Vetere e nei giorni scorsi si è trasferito, a fare le valutazioni del caso sarà un altro magistrato del pool che, con il coordinamento del procuratore aggiunto Fausto Zuccarelli,si occupa di reati informatici. Un altro punto che a parere della difesa non è chiaro riguarda il modo in cui i filmati sono stati immessi nella rete. Secondo la Procura sono stati la stessa Tiziana e l’ex fidanzato a postarli su un sito di scambisti. Ma, obietta il difensore, su quel sito non si possono pubblicare filmati in cui sia visibile il volto dei protagonisti. Nei video, invece, Tiziana Cantone non solo appare visibile, ma addirittura vengono citati il suo nome e il suo cognome. Stranezze, ambiguità che secondo Larosa devono essere chiarite. Sarà il nuovo pm, di concerto con il procuratore aggiunto, a decidere il da farsi. (Corriere del Mezzogiorno)