Napoli. Welfare, cinquemila in piazza contro i tagli del Governo: «Il Comune non dà l’esempio»

28 marzo 2017 | 15:28
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Napoli. Welfare, cinquemila in piazza contro i tagli del Governo: «Il Comune non dà l’esempio»

Napoli. Saranno almeno in 5.000 in piazza per dire no alla politica al risparmio sul Welfare messa in atto dal Governo e contro la politica del Comune che ha tagliato numerosi servizi di assistenza. La manifestazione, promossa dal gruppo di imprese sociali Gesco con l’associazione «Tutti a Scuola» e le rappresentanze regionali di Fish, Federconsumatori […]

Napoli. Saranno almeno in 5.000 in piazza per dire no alla politica al risparmio sul Welfare messa in atto dal Governo e contro la politica del Comune che ha tagliato numerosi servizi di assistenza. La manifestazione, promossa dal gruppo di imprese sociali Gesco con l’associazione «Tutti a Scuola» e le rappresentanze regionali di Fish, Federconsumatori e Legacoopsociali, mira a contestare e bloccare la scure dei tagli che il governo nazionale ha riservato per il «Fondo Sociale Nazionale», ridotto da 313 a 99 milioni, e quello nazionale per la «Non Autosufficienza», che passa da 500 a 450. Un taglio di 264 milioni che pesa come un macigno sul sistema di welfare locale. In particolare si scenderà in piazza per difendere il fondo destinato alle Regioni per lo sviluppo della rete integrata di interventi e servizi sociali, come previsto dalla legge 328 del 2000, fondo che lo Stato utilizza sostenendo la rete ordinaria di interventi e servizi sociali. L’altro motivo della protesta è legato ai tagli per la «non autosufficienza», un fondo istituito nel 2006 con l’intento di fornire sostegno a persone con gravissima disabilità e ad anziani non autosufficienti e per garantire, su tutto il territorio nazionale, l’attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali. Sono 24 le organizzazioni che hanno aderito alla protesta, tra cui sindacati, consorzi, reti sociali, utenti e operatori, per un totale di circa 5.000 persone previste in piazza, anche se le stime calcolano che in Campania sono oltre 40.000 gli operatori sociali del terzo settore, per quasi 1 milione di persone assistite. E centinaia saranno i ragazzi disabili che sfileranno per ribadire che i loro diritti non possono essere calpestati. Lo fecero già a settembre, dopo sei mesi sono costretti a farlo ancora. La manifestazione partirà alle ore 17 da piazza Municipio e attraverserà via Verdi, via Santa Brigida, via San Carlo, piazza Plebiscito, per fermarsi davanti il palazzo della Prefettura, dove una delegazione chiederà di essere ricevuta dal prefetto Carmela Pagano. Un piccolo esercito che chiederà di fermare questi ennesimi tagli a un comparto che vive perennemente con minacce di tagli e spending review. «Il dramma delle risorse per la disabilità – spiega Daniele Romano, presidente Fish Campania – non deve solo riguardare il Governo, ma anche i Comuni campani, che non investono in maniera appropriata in politiche per la disabilità, con una spesa media di 706 euro all’anno, rispetto ad una spesa media nazionale di 2.290 euro. Il Comune di Napoli è il primo a non dare il buon esempio, continuando a non rispettare i diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie, mettendo fortemente in crisi i livelli essenziali di assistenza». Di tagli ingiustificati e parlano quasi tutte le associazioni che oggi scenderanno in piazza. «Tagliando i fondi per le politiche sociali si attaccano i diritti basilari delle persone diversamente abili – dice Marco Basile dell’associazione Specialmente Noi onlus – Lo Stato dovrebbe garantire certi diritti e certi servizi, invece abbiamo perso la bussola. Stanno togliendo i fondi alle fasce più deboli, invece di rivalersi sui più ricchi e sulle lobby stanno schiacciando i più fragili». A scendere in piazza associazioni che abbracciano diversi ambiti della disabilità e del mondo del Terzo Settore regionale, dalle cooperative, alle associazioni, passando per organizzazioni sindacali e le organizzazioni di volontariato. «Ci sentiamo toccati in prima persona – spiega Eleonora De Benedictis dell’associazione Andare Oltre Onlus – Questa battaglia riguarda tutti, non solo le cosiddette fasce deboli. I Comuni sono allo stremo, ma si tagliano sempre i fondi alle politiche sociali. Noi siamo stanchi, veramente. Di fronte a certe decisioni ci sentiamo preoccupati e indifesi, non capiamo perché, alla fine, se la prendono sempre con i disabili. E’ l’ennesimo colpo assestato alle famiglie e agli operatori dei più deboli, è arrivato il momento di dire basta». (Corriere del Mezzogiorno)