Omicidio Chiara Poggi. Archiviata inchiesta sull’amico del fratello. Gip accoglie la richiesta dei pm: «Pista inconsistente»

29 marzo 2017 | 18:46
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Omicidio Chiara Poggi. Archiviata inchiesta sull’amico del fratello. Gip accoglie la richiesta dei pm: «Pista inconsistente»

Si chiude con l’archiviazione il nuovo capitolo dell’inchiesta sulla morte di Chiara Poggi. Per il giudice di Pavia Fabio Lambertucci le nuove rivelazioni sull’indagine presentate lo scorso dicembre dai legali di Alberto Stasi, condannato a 16 anni per l’omicidio della fidanzata, sono «inconsistenti». Secondo il gip i frammenti di Dna trovati sotto le unghie di […]

Si chiude con l’archiviazione il nuovo capitolo dell’inchiesta sulla morte di Chiara Poggi. Per il giudice di Pavia Fabio Lambertucci le nuove rivelazioni sull’indagine presentate lo scorso dicembre dai legali di Alberto Stasi, condannato a 16 anni per l’omicidio della fidanzata, sono «inconsistenti». Secondo il gip i frammenti di Dna trovati sotto le unghie di Chiara non sono sufficienti per una corrispondenza con il profilo genetico di Andrea Sempio, il giovane indicato dai legali dello studio Giarda come possibile sospettato per il delitto. Il ragazzo, amico del fratello di Chiara, frequentava la casa e aveva anche parlato al telefono con la studentessa pochi giorni prima dell’omicidio. Ma secondo il procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti e il pm Giulia Pezzino, che hanno chiesto l’archiviazione, Sempio non ha avuto alcun legame con l’omicidio. Ricostruzione confermata dal gip nel provvedimento di archiviazione: «Se è non condivisibile ma umanamente comprensibile l’intento di fare di tutto per difendersi da una gravissima accusa, anche dopo l’esaurimento dei possibili gradi di giudizio, nel caso di specie ci si deve tuttavia arrestare di fronte all’inconsistenza profusa dalla difesa Stasi e tendente a rinvenire diverso, alternativo, colpevole dell’uccisione di Chiara Poggi». L’indagine era nata da un esposto della madre di Stasi, Elisabetta Ligabò, alla Procura generale di Milano. Per il gip pavese, però, la consulenza firmata dal genetista Linarello, presentata dai difensori di Stasi, che individua una corrispondenza tra il materiale genetico trovato sotto le unghie della vittima e il Dna di Sempio «è assai suggestiva ma totalmente priva di valore scientifico». Il materiale genetico estratto sotto le unghie, inoltre, «non è idoneo a effettuare nessun confronto, poiché i risultati emersi sono divergenti e incostanti, quindi del tutto inaffidabili». Andrea Sempio, oggi 29enne, attraverso i suoi legali (gli avvocati Massimo Lovati, Federico Soldani e Simone Grassi) ha espresso «solidarietà» ai genitori di Chiara, uccisa dieci anni fa a Garlasco (Pavia) e non ha escluso un’azione civile «a tutela» della sua «onorabilità». Gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, legali della famiglia Poggi, hanno sottolineato come «non spetta alle vittime valutare se le accuse incautamente rivolte a un innocente siano state o meno legittime, ma l’augurio è che tutto questo non abbia davvero più a ripetersi». «L’esito di questa ulteriore indagine – hanno aggiunto Giuseppe e Rita Poggi – conferma la sicura responsabilità di Stasi al di là di ogni dubbio». L’archiviazione dell’indagine, però, potrebbe non chiudere la vicenda. I legali di Stasi (detenuto a Bollate) hanno annunciato che entro aprile presenteranno a Brescia un’istanza di revisione del processo. (Corriere della Sera)