PAGANI. È fissata al prossimo trenta marzo l’udienza per le sentenze relative agli indagati nell’ultima tranche della maxi inchiesta Mastro Lindo sulle truffe ai danni dell’Inps: in particolare, il Gup Paolo Valiante deciderà sulle posizioni di Renato Cascone, 43 anni, commercialista di Pagani già attivo in politica nel centrodestra, raggiunto dalla richiesta pena ad un […]
PAGANI. È fissata al prossimo trenta marzo l’udienza per le sentenze relative agli indagati nell’ultima tranche della maxi inchiesta Mastro Lindo sulle truffe ai danni dell’Inps: in particolare, il Gup Paolo Valiante deciderà sulle posizioni di Renato Cascone, 43 anni, commercialista di Pagani già attivo in politica nel centrodestra, raggiunto dalla richiesta pena ad un anno e sei mesi di reclusione, difeso dall’avvocato Vincenzo Calabrese, di Luigi Mongibello, ex assessore, difeso dall’avvocato Mariagrazia Cafisi, raggiunto da identica richiesta, di Antonio Lamberti, dipendente Inps accusato di aver fornito dati sui lavoratori, difeso dall’avvocato Giuseppe Buongiorno, per il quale la Procura ha chiesto un anno di reclusione escludendo l’associazione, di Mimma Lamberti, anche lei raggiunta da richiesta di un anno di pena, con l’assoluzione chiesta per Mario Ventre, funzionario dell’ufficio ispettorato del lavoro addetto alle ispezioni.L’ultimo filone investigativo, ritenuto dagli inquirenti il cuore del sistema, coinvolge consulenti, professionisti, commercialisti e procacciatori di personale per false assunzioni in imprese fantasma con un raggiro milionario commesso ai danni dell’istituto di previdenza sociale, con l’attività investigativa portata avanti dal 2013 dal sostituto procuratore Roberto Lenza, a caccia di un saccheggio sistematico a danno delle casse dell’ente previdenziale.Inizialmente la rosa degli indagati arrivava a 35 persone coinvolte, con imputazioni contestate a vario titolo, per una ramificata e diversificata organizzazione criminale, che per la Procura di Nocera Inferiore si formava con responsabili di patronati, factotum e professionisti in grado di creare falsamente con documenti e complicità imprese fantasma, con i collaterali rapporti di lavoro fittizi.I 35 indagati erano tutti quelli che non furono arrestati. Le misure cautelari personali ci furono nel giugno 2015, quando scattò l’arresto degli ispettori dell’istituto di previdenza corrotti che coadiuvavano l’attività del gruppo, responsabili dei materiali inserimenti delle pratiche per ottenere le indennità previdenziali. La fase giudiziaria attuale da un lato chiuderà l’udienza preliminare, con le contestuali richieste di rinvio a giudizio a completare le prime requisitorie per chi ha scelto il rito alternativo, e dall’altro approderà alla sentenza di primo grado col primo processo Mastro Lindo, quello che imputa i fratelli Napolano, primi a finire nella rete delle attività sul “Caso Inps”. La maxi truffa sarebbe servita ad assumere oltre 6000 lavoratori fittizi, per un raggiro da milioni di euro.
LA CITTA DI SALERNO di Alfonso T. Guerritore