Prostitute nigeriane nell’Agro nocerino. Costrette a pagare fino a 50.000 euro per liberarsi dalla sottomissione
Cinquantamila euro in sette anni di lavoro versati per riscattarsi dalla condizione di schiavitù dopo l’arrivo in Italia. Una media di circa settemila euro l’ anno. È uno degli elementi emersi dall’ultima operazione anti prostituzione sulle strade del sesso dell’Agro nocerino. La confessione è arrivata in sede di interrogatorio da una lucciola nigeriana prima arrestata […]
Cinquantamila euro in sette anni di lavoro versati per riscattarsi dalla condizione di schiavitù dopo l’arrivo in Italia. Una media di circa settemila euro l’ anno. È uno degli elementi emersi dall’ultima operazione anti prostituzione sulle strade del sesso dell’Agro nocerino. La confessione è arrivata in sede di interrogatorio da una lucciola nigeriana prima arrestata e poi scarcerata, passata da carnefice a vittima di un’estorsione. La donna si è prostituita solo per “liberarsi”, di fatto, per poi finire in carcere a fronte di una nuova richiesta intimidatoria, una nuova imposizione subita per riprendersi il posto, di fronte a delle nuove squillo, con una lotta per il territorio legata alla potente figura della “Mammana”, una signora del sesso responsabile del gioco che imbriglia e pesa sulla vita delle schiave della prostituzione. È il retroscena che accompagna inesorabile la presenza di queste donne, pronte a tutto per riuscire a mettere insieme a poco a poco la cifra per pagare il loro riscatto. Naturalmente se tutto va bene, se non si finisce in carcere, sfregiate o uccise in qualche brutta storia. La vicenda in questione riguarda le africane, in particolare le nigeriane, che pagano per arrivare qui e se non hanno tutto il denaro devono riscattarsi e versarlo alla “Mammana”. Stessa storia anche per le rumene, sovente violentate e indotte alla strada, legate però a figure maschili, talvolta i loro stessi compagni o mariti. Da Nocera Superiore-Cava, dove si affacciano le donne, in tre o quattro attorno ad un fuoco invernale, in estate pronte ad intrattenere i clienti, con camionisti e lavoratori della lavorazione conserviera, nascoste a consumare amplessi a lato del Cavaiola o nei parcheggi, se non in mezzo agli imponenti autocarri parcheggiati. Le straniere dell’Est popolano anche l’area tra Pagani e Nocera, con il parcheggio Asl momentaneamente (si spera) occupato dalle coppie a tempo cliente- squillo. Ancora, si procede verso Angri, dove la statale appena un anno fa pullulava di offerta di corpi, gambe e bocche truccate, con le straniere bulgare, croate e slave a riempire la carreggiata provocando code e soste da informazione. Il capolinea, ma solo perché chiude l’Agro, è il grosso cavalcavia di Bagni, con la chiesa di fronte e le sterpaglie a circondare i piloni, alcova per tutte le stagioni, coi ponti a riparare e le donne in fiera. Qualche trans italiano lavora in casa, qualche altro raramente ancora si affaccia in zona mercato ortofrutticolo, tra Pagani e Nocera: ora spadroneggiano le lingue straniere, che fanno capo ad altri prezzi e comandi. La scorsa estate sulla strada è morta Nikolova Temenuzhka, uccisa, secondo la Procura, da un cliente qualsiasi. Una situazione rispetto alla quale poco o nulla possono le varie ordinanze emesse dai sindaci dell’Agro per cercare di colpire soprattutto la vasta clientela. (La Città di Salerno)