Punta Campanella. Dalla Florida per studiare la biodiversità del Parco

24 marzo 2017 | 17:59
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Punta Campanella. Dalla Florida per studiare la biodiversità del Parco
Punta Campanella. Dalla Florida per studiare la biodiversità del Parco
Punta Campanella. Dalla Florida per studiare la biodiversità del Parco

Parco Marino Punta Campanella. Leonid Moroz, tra i maggiori esperti mondiali di biodiversità marina, ha monitorato, insieme a colleghi della Federico II di Napoli, i fondali dell’area marina protetta. Un team di docenti e studenti universitari è arrivato a Punta Campanella per studiare la biodiversità del Parco. A bordo dei natanti dell’Area Protetta e armati di […]

Parco Marino Punta Campanella. Leonid Moroz, tra i maggiori esperti mondiali di biodiversità marina, ha monitorato, insieme a colleghi della Federico II di Napoli, i fondali dell’area marina protetta.
Un team di docenti e studenti universitari è arrivato a Punta Campanella per studiare la biodiversità del Parco. A bordo dei natanti dell’Area Protetta e armati di apposite reti (a forma di imbuto, con maglie microscopiche di diversa dimensione e chiuse ad un’estremità da una bottiglia di plastica) hanno raggiunto le aree di campionamento prescelte in cerca di organismi vegetali e animali.
Nel team, formato da studenti e dai docenti universitari della Federico II, Anna Di Cosmo, Gianluca Polese e Valeria Maselli, anche Leonid Moroz della University of Florida, uno dei maggiori esperti nel campo della biodiversità marina.
“Il suggestivo scorcio offerto dal promontorio di Punta Campanella, la prospiciente isola di Capri e le acque limpide e incontaminate, solleticano la nostra fantasia riportando la mente a miti passati – hanno scritto nella relazione i docenti del team di ricerca – la qualità ambientale di un’area può essere valutata non solo con parametri chimico-fisici, ma anche considerando le specie animali e vegetali che in essa trovano la dimora idonea. L’abbondanza relativa dei taxa (raggruppamento di organismi) presenti risulta essere un valido strumento per valutare lo stato di salute del mare”.
Docenti e studenti hanno potuto scoprire un sorprendente e invisibile mondo, animato da bizzarre ed eteree creature che si muovevano in modo caotico. Per ogni campagna di censimento sono state effettuate tre raccolte. Per una valutazione completa sono stati scelti tre punti per area georeferenziati, prediligendo diverse profondità, da quelle più basse a quelle caratterizzate da fenomeni di upwelling (risalita di acqua dai fondali). I campioni poi sono stati portati nei laboratori didattici del Dipartimento di Biologia della Federico II, presso il campus di Monte Sant’Angelo, e analizzati sotto la supervisione degli esperti. Le attività di identificazione e separazione si sono protratte per quattro giorni consecutivi, estremamente intensi, durante i quali gli studenti sono diventati padroni sia nell’uso delle attrezzature di analisi, microscopi e stereomicroscopi, sia nel riconoscimento dei diversi taxa presenti.
“Gli studenti hanno potuto vedere dal vivo microscopiche meduse, copepodi, stadi larvali di diversi taxa, vivendo quel momento emozionante che tutti dovrebbero assaporare, quando si passa dalle immagini statiche, seppur belle dei testi, alla vita palpitante – ha sottolineato la professoressa Anna Di Cosmo – l’eccitazione ha raggiunto i massimi livelli quando sotto gli obiettivi dei microscopi sono apparsi gli Ctenofori, meravigliose ed evanescenti creature capaci di creare con il movimento dei loro pettini colorazioni stroboscopiche. Bolle colorate che per lungo tempo sono state considerate parenti stretti delle meduse, ma che recentemente il professor Moroz, componente del nostro team, ha dimostrato con un dirompente articolo sulla prestigiosa rivista scientifica Nature, possedere caratteristiche evolutive uniche e indipendenti tali da collocarli non più alla base di altri organismi pluricellulari, ma accanto a Poriferi (spugne), Placozoi e Cnidari (le meduse). La magnifica esperienza conoscitiva e sensoriale vissuta – ha concluso la professoressa Di Cosmo – ci ha riportati al mare con rinnovata fiducia e soprattutto con il convincimento che la strada intrapresa nella formazione di giovani e motivati professionisti del mare è quella giusta per il nostro territorio.”
“La ricerca è un aspetto molto importante per un’area marina protetta – ha dichiarato il direttore del Parco Marino di Punta Campanella, Antonino Miccio – siamo sempre pronti a collaborare con le università e gli enti di ricerca e siamo soddisfatti di essere stati scelti da un team di così alto livello che ha potuto constatare l’elevato livello di biodiversità del nostro mare.”

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