CAIVANO. C’era un dettaglio che non tornava per gli investigatori, facendo due conti: al bottino della rapina mancavano alcuni soldi. Tutto era iniziato lo scorso 22 febbraio a Caivano, quando un bandito a volto scoperto e armato di pistola aveva consumato una rapina alla “Banca di credito popolare”, dove aveva costretto una impiegata a consegnare […]
CAIVANO. C’era un dettaglio che non tornava per gli investigatori, facendo due conti: al bottino della rapina mancavano alcuni soldi. Tutto era iniziato lo scorso 22 febbraio a Caivano, quando un bandito a volto scoperto e armato di pistola aveva consumato una rapina alla “Banca di credito popolare”, dove aveva costretto una impiegata a consegnare circa 9.000 euro. Il giorno dopo i militari della locale Tenenza hanno sottoposto a fermo Domenico D’Ambrosio, un 23enne incensurato del luogo, accusato di rapina aggravata e riconosciuto da un carabiniere che lo aveva controllato qualche giorno prima nel corso di un intervento.La pistola usata dal rapinatore, un’arma scenica simile a quelle in uso alle forze dell’ordine, era stata trovata e abbandonata per terra, mentre parte del bottino è stata rinvenuta durante una perquisizione. Ma cosa non quadrasse i militari lo hanno scoperto presto: durante la fuga, al rapinatore erano cadute di mano varie mazzette di banconote,in parte recuperate dallo stesso e in parte abbandonate davanti alla banca. A raccoglierle e ad appropriarsene, per un totale di 700 euro, erano stati due passanti, scoperti visionando le immagini del sistema di videosorveglianza: si tratta di un 38enne e un 25enne del posto, adesso nei guai.
di Gianmaria Roberti LA CITTA DI SALERNO