Agenti oramai allo stremo delle forze, costretti, a causa dell’atavica carenza di personale, ad effettuare snervanti turni di servizio e a rinunciare anche ai riposi settimanali. E, come ciliegina sulla torta, straordinari quasi imposti che non sempre vengono retribuiti. È quanto emerge dall’ultima assemblea sindacale della Polizia penitenziaria in servizio presso la Casa circondariale Salerno, […]
Agenti oramai allo stremo delle forze, costretti, a causa dell’atavica carenza di personale, ad effettuare snervanti turni di servizio e a rinunciare anche ai riposi settimanali. E, come ciliegina sulla torta, straordinari quasi imposti che non sempre vengono retribuiti. È quanto emerge dall’ultima assemblea sindacale della Polizia penitenziaria in servizio presso la Casa circondariale Salerno, che continua lo stato d’agitazione ed è pronta a manifestare il proprio disagio per ottenere risposte concrete. Perché oramai le condizioni lavorative sono diventate proibitive, proprio per via dei “buchi” nella pianta organica. Come a dire da un lato c’è il sovraffollamento di detenuti, dall’altro, invece, un’assenza di personale che rende ancora più dura la vita per chi lavora all’interno del penitenziario salernitano. «Da un rapido esame dei dati in nostro possesso – evidenziano i sindacati – emergerebbe una vacatio di personale di polizia penitenziaria di circa 60/70 unità, distribuita tra i vari ruoli. Dell’organico in ferma, inoltre, solo un centinaio vengono impiegati per la vigilanza e l’osservazione di circa 500 detenuti ristretti in quattro complessi di reparti detentivi». Ma questa non è l’unica “pecca” del carcere cittadino. Tra i nodi venuti al pettine anche l’organizzazione del lavoro che, a detta dei sindacati, non fa altro che «alimentare il senso di frustrazione e di demotivazione del personale». «Di fatto – è messo in risalto dai sindacati – i poliziotti penitenziari sono inquadrati a lavorare in una struttura carceraria che non risponde affatto ai requisiti minimi per l’applicazione delle nuove modalità d’esecuzione della pena, secondo le direttive dettate dal legislatore italiano in attuazione delle raccomandazioni europee. Direttive che prescrivono che nelle carceri dovrebbe svolgersi il principio di un graduale superamento del criterio della perimetrazione della vita penitenziaria all’esterno delle camere di pernottamento e con la contestuale occupazione delle persone detenute in attività e servizi d’istituto». Celle aperte che, a quanto pare, non sembrano funzionare nella Casa circondariale cittadina per via «dei manchevoli aspetti strutturali e logistici – spiegano i sindacati – di carenti assetti normativi e soprattutto di idonee attività pedagogici». Insufficienze che fanno sì che la struttura carceraria salernitana «risulti essere inadatta all’attuazione di questi modelli di gestione e disciplina delle modalità di svolgimento della vita detentiva assentendo, di contro, solo ad un’oziosità e ad un continuo peregrinaggio dei reclusi fuori dalle loro celle». In simili condizioni è comprensibile lo scoramento e l’impotenza degli agenti «chiamati a sorvegliare da soli – precisano i sindacati – centinaia di detenuti, peraltro in precarie condizioni di lavoro e prestando la loro attività spesso sotto i requisiti minimi di sicurezza, in particolare nelle ore serali e notturne». «Poliziotti – rincarano la dose i rappresentanti sindacali – che non possono contare su alcuna arma o mezzo di difesa e debbono, quindi, affidarsi ai soli mezzi di cui possono disporre, ovverosia il buon senso, la tolleranza, l’arguzia, l’intelligenza e la professionalità. Ma i poliziotti penitenziari continuamente provati e stressati dalle precarie condizioni lavorative testimoniano che, a volte, tali doti personali non bastano a prevenire e controllare situazioni di criticità». Proprio per questi motivi continua la protesta e «se non avremo a breve risposte rassicuranti sulla vertenza Salerno – concludono le organizzazioni sindacali – organizzeremo una manifestazione proprio per esteriorizzare i problemi provati dal personale della polizia penitenziaria». (La Città di Salerno)