Viviana De Vita Costrette dalla madre a spacciare tra i viali del parco. Hanno appena 11 e 9 anni le due bambine trasformate in baby pusher dall’unica donna che avrebbe dovuto amarle e proteggerle. Tolte alla genitrice con un provvedimento d’urgenza, finiranno presto in una comunità. La donna, 29 anni e che ogni giorno le […]
Viviana De Vita Costrette dalla madre a spacciare tra i viali del parco. Hanno appena 11 e 9 anni le due bambine trasformate in baby pusher dall’unica donna che avrebbe dovuto amarle e proteggerle. Tolte alla genitrice con un provvedimento d’urgenza, finiranno presto in una comunità. La donna, 29 anni e che ogni giorno le abbandonava in quel luogo lasciandole per ore a lavorare, rischia di non vederle mai più: martedì, davanti al tribunale per i minori, si discuterà l’udienza per la revoca della responsabilità genitoriale. Dopo di ciò le piccole, rappresentate dal curatore speciale, avvocato Viviana Caponigro e che attualmente sono state affidate ad un parente che non può più occuparsene, saranno collocate in una comunità in attesa dell’adozione. La storia si è consumata nella valle dell’Irno ed è andata avanti per mesi destando l’attenzione della comunità che ogni giorno vedeva quelle due bambine girovagare da sole. Una comunità che non si è girata dall’altra parte ma che anzi ha deciso di intervenire. Sono state infatti proprio le decine di segnalazioni giunte ai carabinieri a mettere in moto la macchina della Procura che ha acceso i riflettori su quelle bambine già monitorate dai servizi sociali. Cresciute senza un padre, che le ha abbandonate in tenera età, vivevano con la madre ed il suo nuovo compagno, un’infanzia negata. L’uomo, uno spacciatore della zona, avrebbe spinto la donna ad utilizzare le figlie per l’attività di spaccio. Secondo la ricostruzione effettuata dagli inquirenti era proprio la madre ad accompagnare le bambine al parco prima di recarsi al lavoro, all’interno di un esercizio commerciale dove faceva la commessa, dal quale poteva controllare a distanza le figlie. Le minori trascorrevano tutto il pomeriggio in quei viali dove cedevano la droga a tossici che, informati della presenza delle baby pusher, si avvicinavano velocemente alle piccole alle quali consegnavano il danaro in cambio della merce già confezionata. Sono state proprio le segnalazioni dei cittadini, insospettiti dall’assidua presenza di quelle bambine che in atteggiamento guardingo si intrattenevano con giovani poco raccomandabili, a consentire ai carabinieri di intervenire e sorprendere le due sorelline con la sostanza stupefacente. Quella stessa sera le bimbe sono state tolte alla genitrice ed affidate alla nonna che, però, non può occuparsi di loro. Dalle decine di relazioni stilate dai servizi sociali emerge il ritratto di due bambine terrorizzate, inserite in un contesto familiare anaffettivo caratterizzato dai continui arresti della madre e del compagno che per condurre i loro affari illeciti non esitavano a coinvolgere le piccole che, con tutta probabilità, consideravano normale trascorrere le loro giornate in quel modo. Quello eseguito dal tribunale per i minori è stato un provvedimento d’urgenza per sottrarre le bambine da un contesto familiare di estremo degrado morale: la vicenda, sulla quale vige il massimo riserbo, avrà comunque dei risvolti penali. Le indagini dovranno stabilire le precise responsabilità della donna, che a soli 18 anni è divenuta madre mettendo al mondo la sua prima figlia, e del convivente che appaiono già gravati da una lunga serie di precedenti. Gli inquirenti dovranno anche accertare se la coppia operava da sola o, se dietro i due compagni si nascondevano altre persone pronte ad utilizzare le minori per l’attività di spaccio. Un contributo alle indagini potrà essere fornito proprio dalle due piccole vittime della vicenda alle quali toccherà fornire agli inquirenti i retroscena di quella loro vita da baby pusher. Per le due sorelline, che ora sono seguite da psicologi che dovranno aiutarle a superare il trauma della separazione dalla genitrice, il futuro non sarà facile. Si ricomincia da martedì quando toccherà al giudice decidere sulla decadenza della responsabilità della madre. Solo dopo di ciò potranno infatti essere dichiarate adottabili e sperare di vivere una vita normale.
IL MATTINO.IT