Teatro Verdi: ritorno al passato

21 marzo 2017 | 10:23
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Teatro Verdi: ritorno al passato

Chiuso il ciclo decennale dei nomi altisonanti, la stagione 2017 è made in Campania. Gli acuti sicuri verranno dal Don Pasquale di Riccardo Canessa e dalla super tromba di Sergei Nakariakov. Si inaugura il 28 aprile con la Carmen di George Bizet Di OLGA CHIEFFI Passo indietro su tutta la linea per la stagione lirica […]

Chiuso il ciclo decennale dei nomi altisonanti, la stagione 2017 è made in Campania. Gli acuti sicuri verranno dal Don Pasquale di Riccardo Canessa e dalla super tromba di Sergei Nakariakov. Si inaugura il 28 aprile con la Carmen di George Bizet

Di OLGA CHIEFFI

Passo indietro su tutta la linea per la stagione lirica 2017. Se in occasione della conferenza stampa del Macbeth di Lina Wertmuller e Daniel Ezralow, il sindaco aveva annunciato per l’apertura del nuovo cartellone, il Requiem e il Don Carlos di Giuseppe Verdi, con l’aggiunta di un Werther di Massenet e del Don Pasquale di Donizetti, strambata improvvisa verso titoli riempi-teatro e con cast di giovani. “Si è chiuso un ciclo lungo dieci anni – ha sottolineato Daniel Oren – durante il quale si sono alternati sul palcoscenico salernitano i massimi nomi del canto e della regia internazionali: da Zeffirelli a Proietti, da Leo Nucci a Bruson, da Alvarez a Florez, da Anna Caterina Antonacci, a Maria Agresta, sino a Dolora Zajick, la bacchetta dello Zar Valerij Gergiev e la London Philarmonic Orchestra, la Hewitt e Pinchas Zukerman, Grigorij Lipmanovic Sokolov. Oggi inizia un nuovo step. Si punta tutto sui giovani. La Campania è un serbatoio di voci splendide, che noi intendiamo lanciare e plasmare. Quando la materia è vergine e giovane tutto è più semplice per lasciare un imprinting che duri per sempre”. Stagione lirica in tono minore, quindi, la cifra da spendere è per le cinque opere liriche e i nove concerti cameristici, di 3 milioni e mezzo di euro. Il sipario del massimo cittadino si leverà venerdì 28 aprile con la Carmen di George Bizet, per la regia di Renzo Giacchieri e la direzione di Daniel Oren. Opera simbolo di un conflitto di fondo tra la vita comune e una concezione di libertà e morte fuori d’ogni regola. Carmen, che sarà Veronica Simeoni, affiancata da Francesco Pio Galasso Don Josè e Alida Berti nel ruolo di Micaela, contiene nelle sue viscere il segreto di una fascinazione trasversale e di una esplodente carica eversiva, che strega il pubblico di tutto il mondo. L’unica, attesissima e piacevole novità del cartellone è il Don Pasquale di Gaetano Donizetti, in scena da 19 al 23 maggio. Ritorna Riccardo Canessa per un titolo che si attaglia perfettamente al suo estro, mentre Jean-François Verdier dirigerà le masse orchestrali. E’ questo l’ultimo titolo buffo del compositore, ma anche il suo maggiore. Punto d’arrivo e di rottura del nostro melodramma, nel solco della vecchia opera buffa con le macchiette dei notai adenoidei, dei travestimenti, dei sospiri degli innamorati delusi, mentre la novità è la disperazione o impossibilità da parte dei buffi di aderire in pieno al canone di felicità. Protagonisti il basso Roberto Scandiuzzi nelle vesti di Don Pasquale, il soprano Rosa Feola di San Nicola La Strada in provincia di Caserta, che ricordiamo nel concerto del Capodanno de’ La Fenice, già magnifica interprete della cabaletta di Norina, esibirà a Salerno la sua femminile volontà di potenza, il dottor Malatesta, baritono sarà Sergio Vitale, mentre il tenore Domenico Menini darà voce ad Ernesto. Una produzione in cui parteciperà anche il Liceo “A. Sabatini per i costumi. Nella ripresa autunnale calerà sul Verdi dal 20 al 24 ottobre quell’aurea ossianica della notturna raccolta del vischio, il sacro silenzio delle selve, l’orrore dei sacri riti cruenti e l’impeto raggelato delle passioni, che caratterizzano la Norma di Vincenzo Bellini. Regnerà la straziata purezza della melodia, il disteso respiro elegiaco del dramma, la brunita, furente, voce di Gilda Fiume, giovane soprano irpino, diplomatosi qui a Salerno, che dovrà allontanare i fantasmi della divina Maria e di Giuditta, sostenuta dalla bacchetta di Daniel Oren, diretta nei movimenti da Giandomenico Vaccari. Con lei, Gustavo Porta, Pollione, George Andguladze, Oroveso e Teresa Iervolino Adalgisa. Sfavillii di Luci d’Artista, magniloquenza pucciniana per Turandot, in scena da 3 all’8 dicembre. Il viaggio esotico del grande toscano, grondante di suoni e splendente di impasti ferrigni, saluterà la regia di Pier Francesco Mestrini, con la direzione di Daniel Oren. La principessa di Gelo sarà Maria Guleghina, che ritorna dopo la deludente interpretazione di Abigaille nel Nabucco del 2013, insieme a Murat Karahan Calaf e alla napoletana Valeria Sepe nel ruolo di Liù. Gran finale dal 21 al 26 dicembre con la Traviata che vedrà sul podio Francesco Ivan Ciampa, per la regia di Pier Paolo Pacini. Non avrà mai cedimenti nei secoli “La Traviata”, il Verdi “moderno”, per l’attualità del soggetto e della psicologia, favorita dallo spostamento della trama su di un solo personaggio, che avrà la voce di Maria Mudryak, con il tenore di Somma Vesuviana, Vincenzo Costanzo nel ruolo di Alfredo Germont e del sannita Raffaele Raffio, in quello del padre Giorgio. Musica per il pubblico delle Luci d’Artista.