Nicola Sorrentino FISCIANO. Era in compagnia del padre e alcuni operai quella mattina del 12 giugno scorso, mentre raccoglieva ciliegie in un terreno di proprietà della sua stessa famiglia. Il ricavato era destinato a persone bisognose del Perù, con il tramite di un’associazione di volontariato. Ma mentre si accingeva a dare una mano, una scarica […]
Nicola Sorrentino FISCIANO. Era in compagnia del padre e alcuni operai quella mattina del 12 giugno scorso, mentre raccoglieva ciliegie in un terreno di proprietà della sua stessa famiglia. Il ricavato era destinato a persone bisognose del Perù, con il tramite di un’associazione di volontariato. Ma mentre si accingeva a dare una mano, una scarica elettrica non gli lasciò scampo, strappandolo alla vita in un attimo. La procura di Nocera Inferiore ha chiuso le indagini sulla morte del 14enne Ettore Abagnale, chiedendo il rinvio a giudizio per un uomo di 46 anni di Castellammare, G.E. accusato di omicidio colposo. La sua colpa, presunta, è di non aver adottato le dovute precauzioni per il piccolo durante la fase di raccolta. Il terreno si trovava a Pozzillo, località nei pressi di Fisciano. Al piccolo Ettore fu consentito di dare una mano nel raccogliere ciliegie: per il lavoro fu utilizzata una scala in alluminio alta circa 8 metri. Ma il ragazzino non indossava indumenti idonei a quel lavoro, come delle scarpe in gomma. Ettore si posizionò da un lato della scala, fermandola a terra con i piedi mentre l’operaio, non curandosi della linea Enel ad alta tensione, prese la scala dall’altro lato per camminarvi sotto ed alzarla. Il movimento comportò il contatto con i fili dell’alta tensione, dal quale scaturì una scarica elettrica che folgorò il 14enne. Il ragazzo perse i sensi, finendo a terra: la famiglia, presa dal panico, sollecitò l’intervento immediato del 118, con due ambulanze giunte dopo poco sul posto. Gli operatori tentarono di rianimare il piccolo per venti minuti attraverso manovre salvavita e l’uso di un defibrillatore. Quando giunse all’ospedale di Mercato San Severino, era già in arresto cardiocircolatorio. Morì dopo pochi minuti. Le indagini furono condotte dai carabinieri della stazione di Fisciano, che ascoltarono tutte le persone presenti in quel momento. Il sostituto procuratore Daria Cioncada si avvalse anche di una consulenza tecnica per ricostruire la dinamica dell’incidente, individuando presunte responsabilità nell’agire dell’operaio, colpevole di negligenza, imprudenza ed imperizia. La sua condotta è stata giudicata «produttiva dell’evento», tanto da costargli l’iscrizione nel registro degli indagati. Ora è giunta la richiesta di rinvio a giudizio per omicidio colposo. Gli elementi probatori saranno valutati dal gip Giovanna Pacifico in udienza preliminare.