«Un Consiglio comunale fiume nel quale i punti più importanti sono stati tenuti per ultimi». Viene definito così l’ultimo Consiglio di Castellabate da parte della minoranza capitanata da Alessandro Lo Schiavo. Sono state molte, infatti, le polemiche da parte dei rappresentanti delle opposizioni i quali hanno denunciato quanto accaduto in seno alla riunione. Lo Schiavo […]
«Un Consiglio comunale fiume nel quale i punti più importanti sono stati tenuti per ultimi». Viene definito così l’ultimo Consiglio di Castellabate da parte della minoranza capitanata da Alessandro Lo Schiavo. Sono state molte, infatti, le polemiche da parte dei rappresentanti delle opposizioni i quali hanno denunciato quanto accaduto in seno alla riunione. Lo Schiavo e gli altri occupanti dei banchi d’opposizione (Caterina Di Biasi, Luigi Maurano e Marco Rizzo) analizzano punto per punto i vari passaggi: «Il Consiglio è durato ben otto ore ed è difficile cercare di sintetizzarlo. Innanzitutto abbiamo chiesto l’inversione degli argomenti all’ordine del giorno perché la discussione del bilancio futuro era stata relegata in fondo alla riunione come un argomento di secondaria importanza. La nostra richiesta è stata ovviamente respinta perché il sindaco non ha ritenuto che i cittadini potessero subito prendere coscienza delle scelte economiche dell’amministrazione per il 2017. Fatto ancor più grave – continuano – è ciò che la giunta ha deciso che il sindaco e gli assessori, con una delibera ad hoc, hanno aumentato le proprie indennità». E qui arriva l’attacco: «In un momento storico come quello che stiamo vivendo è inconcepibile che un amministratore comunale decida di aumentare il proprio guadagno. Come gruppo di minoranza abbiamo chiesto l’eliminazione di questo aumento per destinare risorse all’agroalimentare e alla pesca, a cui attualmente i nostri lungimiranti amministratori non hanno destinato nessun fondo. Tale proposta, manco a dirlo, è stato bocciata perché i soldi delle loro laute e grasse indennità non si devono toccare. La giunta dovrà spiegare a noi e ai cittadini i motivi di una scelta scellerata». (La Città di Salerno)