Mostra iconografica e documentaria Identità e Memoria Dalla “lente” di Edward Lear lo stato dei luoghi: visioni inedite della Costa di Amalfi nella prima metà dell’Ottocento

18 aprile 2017 | 10:35
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Mostra iconografica e documentaria Identità e Memoria Dalla “lente” di Edward Lear lo stato dei luoghi: visioni inedite della Costa di Amalfi nella prima metà dell’Ottocento

Nell’ambito dell’impegnativo progetto culturale teso, a fini di salvaguardia e sensibilizzazione, ad individuare, catalogare e divulgare, a partire dalle testimonianze iconografiche e letterarie, le molteplici componenti della Costa d’Amalfi, il Centro di Cultura e Storia Amalfitana, su proposta di Federico Guida – curatore di una monografia sull’artista in preparazione – espone i disegni e gli […]

Nell’ambito dell’impegnativo progetto culturale
teso, a fini di salvaguardia e sensibilizzazione,
ad individuare, catalogare e divulgare,
a partire dalle testimonianze iconografiche e
letterarie, le molteplici componenti della Costa
d’Amalfi, il Centro di Cultura e Storia Amalfitana,
su proposta di Federico Guida – curatore di una
monografia sull’artista in preparazione – espone i
disegni e gli acquerelli inediti di Edward Lear, fedelmente
riprodotti dagli archivi dell’Università di
Harvard e dalla Biblioteca Centrale di Liverpool,
nonché da musei e fondi privati.
Scrittore e pittore inglese (Londra 1812-Sanremo
1880), celebre soprattutto per i “nonsense” (limerick)
scritti per divertire i figli del Conte di Derby
di cui, dopo una adolescenza difficile, fu ospite e
dipendente, Edward Lear, nei suoi numerosi viaggi
di studio, visitò la Grecia, l’Albania, la Corsica, il
Medio Oriente e perfino l’India, pubblicando in patria
i resoconti illustrati (Journals of a Landscape
Painter ) delle sue escursioni.
Fu più volte in Italia, percorrendo la campagna
romana (1837), i tratturi abruzzesi (1843), i “meravigliosi”
e “terribili” dirupi della Calabria (1847).
Nel 1838 e nel 1844 soggiornò a Cava e ad Amalfi,
lasciando la sua firma nel registro dei visitatori
dell’Abbazia benedettina e nel libro degli ospiti
dell’Hotel Cappuccini, dove rimase tre settimane.
Per la capacità di cogliere con estrema immediatezza
le peculiarità ambientali e antropiche del
territorio, Edward Lear, con Blechen, Ščedrin e
Ruskin, contribuì in maniera decisiva, nella prima
metà dell’Ottocento, a costruire e veicolare l’immagine
della Costiera amalfitana che, per la “fantastica
meraviglia” dei luoghi, fu l’unica al mondo ad
essere definita divina.
Ciò deriva dal modo stesso in cui Lear si poneva
di fronte al paesaggio per definire l’impianto prospettico
dei suoi schizzi, che egli amava chiamare
“topografie” per la precisione con cui era rappresentato
lo stato dei luoghi. Secondo la testimonianza
del suo amico ed allievo Hubert Congreve, Lear,
seguito dall’anziano maggiordomo George, “avanzava
a fatica con passo lento” per valli e radure e,
“giunto sul posto per un buon soggetto, fissava la
scena per parecchi minuti attraverso una lente monoculare”
per mettere a fuoco gli elementi pittoreschi
della veduta, spesso rimarcati a margine dello
schizzo: lo scenario maestoso degli strapiombi sul
mare, la fuga geometrica delle pergole e dei terrazzamenti,
il levantino intrico degli aggregati urbani,
i ricami di pietra delle architetture moresche.

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AMALFI MEDIEVALE
La forma urbis nel secolo XIII.
Presentazione del plastico ricostruttivo della ‘forma urbis’ di Amalfi nel XIII secolo.
Amalfi, Sala Colavolpe, 11 – 30 aprile 2017

Il progetto di un plastico ricostruttivo
della Città di Amalfi nel secolo XIII,
relativo in particolare al suo nucleo urbano
primitivo, è associato alla seconda edizione
del saggio La città davanti al mare. Aree urbane
e storie sommerse di Amalfi nel Medioevo di
Giuseppe Gargano.
La ricostruzione è condotta in primo luogo
sulla scorta dei documenti medievali superstiti,
particolarmente precisi per quanto
riguarda le descrizioni topografiche, morfologiche,
urbanistiche e architettoniche.
Inoltre si aggiunge una puntuale e acribica
indagine di archeologia esterna, formata
dalla lettura stratigrafica delle superfetazioni
inerenti agli edifici della città.
L’analisi ricostruttiva è completata poi
dai risultati delle investigazioni archeologiche
e geologiche dell’area ritenuta sommersa,
nonché da una attenta rivisitazione di antiche
iconografie panoramiche e sulla scorta di
notizie desunte da serie ed attendibili testimonianze
orali.
L’opera in questione ha lo scopo di mostrare
ai cittadini, agli studiosi e agli ospiti
della città uno spaccato storico non solo di
carattere urbano, ma anche e soprattutto sociale.
A tale scopo il plastico sarà corredato da
descrizioni esplicative di chiara e semplice lettura
corroborate da solide fonti scientifiche.