Non si parla d’altro dentro e fuori il liceo. Di quella rissa tra studenti scoppiata martedì scorso quando, all’uscita da scuola, poco dopo le 13, due ragazzini di quindici e sedici anni si sono affrontati per amore di una compagna di scuola. Insulti, schiaffi e botte a colpi di casco che hanno mandato in ospedale […]
Non si parla d’altro dentro e fuori il liceo. Di quella rissa tra studenti scoppiata martedì scorso quando, all’uscita da scuola, poco dopo le 13, due ragazzini di quindici e sedici anni si sono affrontati per amore di una compagna di scuola. Insulti, schiaffi e botte a colpi di casco che hanno mandato in ospedale uno dei due contendenti colpito più volte al volto. Gli studenti dell’Umberto, ieri, al termine delle lezioni, commentavano la vicenda, quasi tutti con disappunto, «perché – dicevano – è vero che uno dei due ha provocato l’altro ma è anche vero che non si arriva a picchiare una persona con tanta violenza, al punto da rompergli la faccia per una stupidaggine».
Non solo. C’è chi aggiunge che in realtà si trattava di «un’azione meditata da tempo» e spiega che «quei due non si sono mai sopportati fino a quando non è arrivata l’occasione per prendersi a mazzate e lo hanno fatto. Una follia, meno male che la polizia è arrivata quasi subito e ha messo fine alla rissa che altrimenti sarebbe finita pure peggio». E se i giovani del liceo classico di piazza Amendola la pensano quasi tutti così c’è invece chi, almeno a detta di alcuni studenti, pare stia meditando addirittura una vendetta per lavare l’onta dell’offesa subita. «Il leone è ferito ma non è morto» è una delle frasi che si legge sulle pagine facebook di alcuni amici del ragazzino che ha avuto la peggio durante la lite.
«È così – racconta Lisa, una studentessa del terzo anno di liceo – l’ho letta anche io quella frase, me l’ha fatta vedere una mia amica. Sapete che cosa vuol dire? Stanno meditando la vendetta. L’ho sentito da più parti che vogliono organizzarsi per menarsi di nuovo. A me sembra una follia, spero siano solo buffonate per sentirsi importanti. Dopo quello che è successo non credo facciano sul serio».
di Maria Chiara Aulisio IL MATTINO.IT