Salernitana a caccia del gol. Nelle ultime cinque gare solo due reti: il digiuno di Coda e la crisi di Rosina

27 aprile 2017 | 17:28
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Salernitana a caccia del gol. Nelle ultime cinque gare solo due reti: il digiuno di Coda e la crisi di Rosina

I gol trasformano la “sana ambizione” (copyright di Bollini) in festa promozione. I gol, nel calcio, sono l’unica cosa che conti. La Salernitana, però, li ha persi sul più bello, proprio ora che avrebbe bisogno di grimaldelli per aprire le difese avversarie, proprio ora che si è lanciata all’inseguimento di un sogno chiamato playoff. I […]

I gol trasformano la “sana ambizione” (copyright di Bollini) in festa promozione. I gol, nel calcio, sono l’unica cosa che conti. La Salernitana, però, li ha persi sul più bello, proprio ora che avrebbe bisogno di grimaldelli per aprire le difese avversarie, proprio ora che si è lanciata all’inseguimento di un sogno chiamato playoff. I gol sono spariti dal tabellino granata – solo 2 nelle ultime 5 partite – perché gli attaccanti sono tutti in letargo di primavera. Non segnano più, non ci riescono. In realtà la crisi realizzativa si è acuita a causa dell’astinenza dell’unico giocatore-goleador di questa Salernitana: per settimane intere, Coda ha fatto reparto e ha gonfiato la rete quasi da solo, camuffando le incertezze e i balbettii degli altri compagni di prima linea. Nei giorni di Coda-Re Mida, Bollini ripeteva: «Dobbiamo allargare il parco marcatori». Motivo? È davanti agli occhi dei tifosi, da sette partite: a secco Coda, addio gol. Il centravanti nel momento migliore aveva scacciato via l’incubo della retrocessione alimentando in contemporanea il sogno dei playoff. Ora non segna dal 20 marzo (trasferta di Chiavari) e la sua astinenza, come per sortilegio, s’è portata dietro quella dei compagni. Rosina insieme a Sprocati s’era destato dal torpore nella sfida al Latina. Appartiene al Lunedì in Albis l’ultimo lampo degli attaccanti della Salernitana. Poi tutti a secco e la grande sete è proseguita nelle ultime due partite. «Donnarumma ha un grandissimo fiuto in area di rigore». Le parole di Bollini, che però insiste sul concetto di ottimizzazione delle risorse, sono rimbalzate da un angolo all’altro dello stadio Arechi, in particolare in tribuna. I tifosi lo hanno punzecchiato quando lo speaker ha letto le formazioni, poi hanno incoraggiato Donnarumma che ha lasciato il rettangolo di gioco mentre il riscaldamento era ancora in corso. È evidente che il calciatore avverta il peso della panchina e percepisca di essere uno dei tanti, non più attore protagonista della Salernitana. Quando subentra gioca molto spesso da attaccante del tridente, come è accaduto a Joao Silva, e non incide. Il portoghese ha avuto un buon impatto sulla sfida al Bari, è parso vispo e s’è reso pericoloso. Può essere decisivo da esterno? Non sarebbe stato più opportuno utilizzarlo stretto a Coda? Il suo digiuno da gol dura da un anno: Joao Silva non segna dal 30 aprile 2016 (1-2 dell’Avellino a Lanciano). Adesso il destino della Salernitana è tutto nei piedi degli attaccanti e nella testa di Bollini, quest’ultimo pungolato dal co-patron Lotito che dopo la sfida al Bari ha criticato la Salernitana per l’interpretazione del secondo tempo, «non rabbiosa e determinata come si confà ad una squadra in lotta per un obiettivo importante». I playoff sono ancora raggiungibili ma col Frosinone è vietato sbagliare. «Peccato non avere a disposizione Sprocati e Improta», ha concluso Lotito qualche istante dopo il pareggio col Bari. L’impressione è che quelle parole contenessero non solo delusione ma anche un auspicio. «Coda me lo tengo stretto», ha detto Bollini. Ai suoi fianchi, però, servono giocatori più freschi, che cambino passo. Sprocati e Improta si preparano. (La Città di Salerno)