San Giovanni a Teduccio. Bomba contro il bar degli studenti Apple. I proprietari: «I clan non ci fermano»
San Giovanni a Teduccio. Se lo Stato esiste batta un colpo e difenda l’attività di Davide Varlese (33 anni) e Nelson Ciaravolo (31 anni). Sono i due titolari dell’University lounge bar in corso Protopisani 60, il bar-tavola calda della nuova facoltà di Ingegneria e degli studenti di Apple. Quello, per intenderci, che è aperto davanti […]
San Giovanni a Teduccio. Se lo Stato esiste batta un colpo e difenda l’attività di Davide Varlese (33 anni) e Nelson Ciaravolo (31 anni). Sono i due titolari dell’University lounge bar in corso Protopisani 60, il bar-tavola calda della nuova facoltà di Ingegneria e degli studenti di Apple. Quello, per intenderci, che è aperto davanti all’ingresso del polo universitario e le cui immagini, nei giorni festosi dell’arrivo di Apple, sono finite anche sui giornali americani perché all’interno ci sono le foto di Steve Jobs ed Albert Einstein. «Abbiamo rinunciato alla mensa interna – spiegarono i professori – proprio perché vogliamo aprire l’università al quartiere». Ebbene, la notte del 25 aprile una bomba di chiara matrice camorristica ha distrutto la porta d’ingresso, l’insegna, la vetrina e ha causato molti danni all’interno del locale. Davide e Nelson non si sono persi d’animo: «Ci abbiamo rimesso seimila euro, tremila a testa e abbiamo sistemato tutto. Oggi riapriamo, perché siamo bravi ragazzi e non ci arrendiamo ai delinquenti. È meglio che qui non vengano perché li faremmo arrestare subito». Davide e Nelson sono due eroi di San Giovanni a Teduccio. Due ragazzi perbene che l’università l’hanno costruita pietra su pietra, lavorando come operai edili nel cantiere e che adesso fanno anche da sorveglianti esterni. «L’università la sentiamo nostra, è la speranza del quartiere» dicono mentre ripuliscono l’ingresso del locale. «Però il ministro dell’Interno faccia aumentare la sorveglianza». Il professor Edoardo Cosenza tuona: «La camorra non avrà il sopravvento. La nostra missione è creare nuovi laureati di valore, ma anche creare sviluppo e riqualificazione a San Giovanni; non certo di alimentare i parassiti. Una parte dei danni la paghiamo privatamente noi. Ma non si cede al ricatto contro chi sta investendo tutti i propri risparmi nel primo bar nato di fronte al nostro Polo della Federico II: giovani imprenditori del posto che vanno sostenuti. E le forze dell’ordine faranno il massimo per scovare questi parassiti e chiuderli nelle fogne dove meritano di stare». (Corriere del Mezzogiorno)