Trasfusioni con sangue infetto, vinti i ricorsi. Lo Stato deve risarcire centinaia di persone che hanno subito danni
Sono centinaia le persone, o i loro eredi, che dovranno essere risarcite dal ministero della Salute per i danni subiti da trasfusioni con sangue infetto. L’ha deciso la prima Corte d’appello civile di Roma con una sentenza nella quale ha racchiuso una serie di ricorsi e che ha in sostanza assunto le caratteristiche e la […]
Sono centinaia le persone, o i loro eredi, che dovranno essere risarcite dal ministero della Salute per i danni subiti da trasfusioni con sangue infetto. L’ha deciso la prima Corte d’appello civile di Roma con una sentenza nella quale ha racchiuso una serie di ricorsi e che ha in sostanza assunto le caratteristiche e la portata di una class-action. La quantificazione del risarcimento sarà affidato a un nuovo giudizio, ma dall’Amev, l’Associazione Malati Emotrasfusi e Vaccinati, fanno sapere che si tratta di almeno 100.000 euro per ognuna delle 300 persone di cui si occupa la sentenza; in sostanza si dovrebbe superare i 30 milioni di euro complessivi. Davanti alla Corte d’appello civile di Roma arrivava un appello proposto dal ministero della Salute contro una sentenza favorevole ai danneggiati emessa dal tribunale monocratico di Roma nel 2006. Dopo undici anni, adesso, la definizione del giudizio con una sentenza che alcuni hanno già definito “modello”. Nel corpo della decisione alcune indicazioni importanti in tema di diritto. Una su tutte: la risposta al motivo di ricorso che vedeva il ministero sostenere che, derivando il danno da trasfusioni, la responsabilità sarebbe stata delle singole Regioni in quanto depositarie dei compiti amministrativi in materia di salute umana e veterinaria. Per i giudici, però, «il ministero della Salute è tenuto ad esercitare un’attività di controllo e di vigilanza in ordine alla pratica terapeutica della trasfusione del sangue e dell’uso degli emoderivati sicché risponde dei danni conseguenti ad epatite ed a infezione da Hiv, contratte da soggetti emotrasfusi, per omessa vigilanza sulla sostanza ematica e sugli emoderivati». Cosa che si desumerebbe anche dalla giurisprudenza della Cassazione. Immediata è stata la soddisfazione per la sentenza espressa dall’avvocato Marcello Stanca, presidente nazionale dell’Amev Firenze e patrocinatore di alcuni dei danneggiati. «Abbiamo aspettato più di dieci anni, ma alla fine i giudici hanno confermato le nostre ragioni, ritenendo la responsabilità del ministero nonostante il tentativo di scaricare la colpa sulle Regioni. Auspichiamo che il governo voglia finalmente estendere il diritto all’equa riparazione a tutti i contagiati da emotrasfusione che finora sono stati esclusi dall’accesso al beneficio». (La Città di Salerno)