Albori, Atrani, Castellabate, Conca dei Marini e Furore tra i nove paesini della Campania a qualità «certificata», tra i borghi più belli d’Italia
È un club davvero esclusivo, governato da regole severe che premiano non solo i patrimoni architettonici e ambientali di qualità “certificata”, ma anche la politica di “valorizzazione e sviluppo” messa in campo da chi amministra. E dunque la cura rivolta alla manutenzione degli spazi pubblici e del verde, l’organizzazione dei parcheggi esterni, la “gradazione dei […]
È un club davvero esclusivo, governato da regole severe che premiano non solo i patrimoni architettonici e ambientali di qualità “certificata”, ma anche la politica di “valorizzazione e sviluppo” messa in campo da chi amministra. E dunque la cura rivolta alla manutenzione degli spazi pubblici e del verde, l’organizzazione dei parcheggi esterni, la “gradazione dei colori nelle facciate”, i materiali utilizzati, il “trattamento delle insegne pubblicitarie”, i servizi, l’accoglienza turistica, la capacità di preservare il “microsistema” urbano e l’ambiente naturale circostante. Dei nove paesini campani censiti tra “I borghi più belli d’Italia” dall’omonima associazione costituita nel 2001 su impulso dell’Anci, ben cinque si trovano in provincia di Salerno. Il più piccolo è Albori, frazione di Vietri sul Mare arroccata su un’insenatura che si sporge sulla costiera amalfitana, regalando uno spettacolo incantevole. “Un avamposto sul paradiso”, lo definisce il sito web dell’associazione. Dista solo 700 metri da Amalfi la minuscola Atrani, il più piccolo comune d’Italia per superficie (solo 0,12 chilometri quadrati), e unico paese della costiera a conservare intatto l’antico carattere di piccolo borgo di pescatori. Le prime case si affacciano direttamente sulla spiaggia, per poi raccogliersi intorno alla piazzetta con la chiesa e la fontana di pietra. Isolata dal traffico automobilistico, la piazzetta di Atrani ha accesso alla spiaggia e al mare attraverso l’antico passaggio creato per mettere in salvo le barche dalle mareggiate. I vicoletti, gli archi, i cortili, le caratteristiche “scalinatelle”, le abitazioni poste l’una sull’altra, offrono un’atmosfera ancor più suggestiva di sera, quando le luci sono accese. Il borgo di Castellabate si sviluppa intorno al castello fatto edificare nel 1123 dall’abate della badia di Cava de’ Tirreni. È come balcone di pietra che degrada verso il mare. Ai piedi del borgo medievale, il golfo tra Punta Licosa e Punta Tresino, con una successione di falesie, lunghe spiagge dorate, insenature, scogliere e promontori ricchi di grotte marine e sorgenti di acqua dolce. Conca dei Marini è divisa in due: in basso, le casette a filo d’acqua che si specchiano in una piccola baia; in alto, adagiate sulla collina, le case imbiancate a calce. Tutti i luoghi sono collegati da “scalinatelle”. La grotta dello Smeraldo è nascosta in una piega della costiera, in un paesaggio stupefacente di stalattiti e stalagmiti. A Furore, costruito a strapiombo sul fiordo, si rifugiarono nel 1348 alcuni “Sacconi”: cioè, gli eretici seguaci di Meco del Sacco da Ascoli Piceno, accusati dall’Inquisizione di praticare il libero amore. Esattamente sei secoli dopo Roberto Rossellini vi ambientò il film “L’amore”, con Anna Magnani, e contribuì in maniera decisiva a farlo conoscere in tutto il mondo. Oggi li celebra un piccolo museo ospitato in una delle casette. (Corriere del Mezzogiorno)