Cannabis, legalizzarla in Italia?
In questi ultimi mesi si sta sviluppando un interessante dibattito a più voci su un argomento che fino a qualche tempo fa sarebbe stato considerato un tabù: la legalizzazione della cannabis. C’è una proposta di legge presentata alle Camere da un variegato intergruppo parlamentare e ci sono le autorevoli prese di posizione da parte diversi […]
In questi ultimi mesi si sta sviluppando un interessante dibattito a più voci su un argomento che fino a qualche tempo fa sarebbe stato considerato un tabù: la legalizzazione della cannabis. C’è una proposta di legge presentata alle Camere da un variegato intergruppo parlamentare e ci sono le autorevoli prese di posizione da parte diversi magistrati che da sempre combattono in prima linea contro le mafie e la criminalità organizzata. È già da tempo, in verità, che la Direzione Nazionale antimafia invoca un cambio di rotta rispetto al contrasto alle mafie, con particolare riferimento alle politiche sulle droghe. Nei paesi in cui si stanno praticando forme di legalizzazione il consumo non è incrementato, bensì è diminuito. Allo stesso modo viene smentita la “teoria del passaggio”, secondo la quale la legalizzazione delle droghe leggere favorirebbe il passaggio a quelle pesanti. È vero invece che legalizzando si limiterebbe il contatto tra il consumatore e il mercato illegale delle droghe pesanti. La presentazione del disegno di legge in Parlamento affronta in maniera razionale e non ideologica l’urgenza di spostare fuori dal perimetro della legislazione penale il consumo ricreativo personale. Corrisponde pienamente al principio di contrasto alla criminalità organizzata, che detiene il controllo del commercio delle droghe. Il DDL si pone l’obiettivo di rendere legale il possesso fino a 15 grammi di marijuana nella propria abitazione, fino 5 all’esterno e la coltivazione fino a cinque piante nel proprio domicilio, restano invariate le pene per lo spaccio. Nel testo è prevista la possibilità per gruppi di privati di formare dei “cannabis social club”, associazioni senza scopo di lucro autorizzate a coltivare marijuana per l’uso dei propri soci. Da questa iniziativa si otterrebbero anche risparmi. La “guerra alla droga” in Italia, secondo le stime del Dipartimento antidroga, costa più di un miliardo e mezzo l’anno, di cui la metà vengono spesi dal sistema carcerario.
Occorre procedere, senza indugi, calendarizzando al più presto il DDL. La sua trasversalità può agevolarne l’iter. Il tempo che ci separa al termine della Legislatura non gioca a suo favore, ma è importante che se ne parli, che il dibattito non perda vita.
E se questo Parlamento non dovesse riuscirci, il fatto stesso che se ne stia discutendo, lascia ben sperare per la prossima legislatura.