Cava de’ Tirreni. Stupro di un 17enne nel centro massaggi. Rischiano il giudizio il gestore della struttura e altre due persone
Cava de’ Tirreni. Non sono bastate le nuove indagini sollecitate dalla difesa per smontare un quadro probatorio che la Procura ritiene più che sufficiente per accusare di violenza sessuale, pornografia minorile e stupro di gruppo su minore i tre indagati che meno di due anni fa avrebbero violentato un ragazzo di 17 anni nel centro […]
Cava de’ Tirreni. Non sono bastate le nuove indagini sollecitate dalla difesa per smontare un quadro probatorio che la Procura ritiene più che sufficiente per accusare di violenza sessuale, pornografia minorile e stupro di gruppo su minore i tre indagati che meno di due anni fa avrebbero violentato un ragazzo di 17 anni nel centro massaggi di via Talamo. Dopo le ultime indagini integrative il sostituto procuratore Elena Guarino ha ora depositato la richiesta di rinvio a giudizio per il gestore della struttura, il 52enne Giuseppe Alfieri, e i presunti complici: il 49enne Simeone Criscuolo (originario di Agerola e residente a Vicenza) e il 72enne Salvatore Ultimo (nato a Pagani ma trasferitosi a Nocera). Sarebbero stati loro, secondo gli inquirenti, a rinchiudere un 17enne cavese in una stanzetta del centro massaggi, spingerlo su un lettino e legargli la mani per poi sottoporlo a rapporti orali e infine a uno stupro, compiuto da una quarta persona non ancora identificata. L’udienza preliminare che deciderà se devono essere processati si terrà nella prima settimana di luglio davanti al gup Elisabetta Boccassini. Criscuolo, che avrebbe filmato le violenze con un telefono cellulare, è l’unico degli imputati ancora in carcere. Salvatore Ultimo è agli arresti domiciliari per ragioni di età e Alfieri è anche lui ai domiciliari dopo alcuni mesi di carcere. Rischia però di tornare in cella perché il Tribunale del Riesame ha accolto l’appello del pubblico ministero contro il provvedimento di scarcerazione emesso dal gip Stefano Berni Canani e si attende adesso la pronuncia della Corte di Cassazione, a cui si sono rivolti i difensori Francesco Rizzo e Arturo Della Monica. Lo stupro sarebbe avvenuto nella settimana tra il Natale e il San Silvestro del 2015. Poi, fino all’aprile successivo, l’adolescente sarebbe stato riavvicinato per convincerlo a ulteriori rapporti, con la minaccia di divulgare il filmato della violenza se non avesse accettato. Lui ha invece parlato con la madre, che aveva scoperto chat sospette, ed è scattata la denuncia. Gli indagati hanno sempre negato tutto; Criscuolo e Ultimo sostengono di non aver mai visto il 17enne, Alfieri smentisce episodi di violenza e afferma di averlo allontanato appena capito che non era ancora maggiorenne. Tesi che ribadiranno a luglio davanti al giudice, quando potranno costituirsi parte civile sia la presunta vittima (nel frattempo divenuto maggiorenne e assistito dall’avvocato Agostino Allegro) che la madre di un altro ragazzo, di pochi mesi più giovane, che secondo l’accusa sarebbe stato coinvolto suo malgrado in massaggi erotici ripresi con il telefonino. (La Città)