Due inventori salernitani hanno ideato un macchinario per un sugo di pomodoro con basilico come si faceva in casa

9 maggio 2017 | 18:09
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Due inventori salernitani hanno ideato un macchinario per un sugo di pomodoro con basilico come si faceva in casa

La preparazione delle conserve di pomodoro era un rito collettivo, una sorta di catena di montaggio familiare nella quale, a seconda dell’età, ciascuno aveva un ruolo preciso. C’era chi si doveva occupare della sterilizzazione delle bottiglie e dell’asciugatura, chi aveva il compito di pelare i pomodori e, spesso i più piccoli, erano deputati all’inserimento delle […]

La preparazione delle conserve di pomodoro era un rito collettivo, una sorta di catena di montaggio familiare nella quale, a seconda dell’età, ciascuno aveva un ruolo preciso. C’era chi si doveva occupare della sterilizzazione delle bottiglie e dell’asciugatura, chi aveva il compito di pelare i pomodori e, spesso i più piccoli, erano deputati all’inserimento delle foglie di basilico. Una tradizione che si è quasi perduta nella memoria. Ormai – fatta eccezione per qualche nonna – i pelati e le passate si comprano già belli e fatti. In molti casi, però, all’interno, manca un ingrediente fondamentale per dare profumo e sapore: il basilico. Alcune aziende, per evitare di dover impiegare un addetto solo all’inserimento delle foglie verdi, preferiscono non metterlo. Laddove, come nel caso del mercato Statunitense, però, è espressamente richiesto, capita che nella lavorazione qualche confezione salti o che ci siano dei problemi di igiene. Ed è proprio partendo dall’esperienza di 42 anni come operaio nell’industria conserviera che Cosimo D’Auria, supportato da Francesco Longobardo, ha avuto l’idea di realizzare un dispenser di basilico in foglie. I due si conoscono da molti anni e, insieme, hanno condiviso la passione per questa che da idea si è trasformata in un prototipo. Si tratta di un macchinario che, in maniera automatica e sfruttando il principio del vuoto, preleva le foglie e le inserisce nei barattoli di pomodori. «Il dispenser di nostra invenzione – spiega D’Auria – può essere inserito all’interno delle linee di produzione con la possibilità, a seconda delle richieste del cliente, di essere attivato o meno. È così che si può garantire la piena uniformità di tutti i contenitori consentendo anche di risparmiare tempo e costi di produzione. E l’igienicità del processo è assolutamente garantita». Il macchinario ideato dai due inventori salernitani è composto da un piatto sopraelevato e girevole dove vengono riposte le foglie di basilico e da sei pistoni che le aspirano una per volta e le espellono all’interno delle bottiglie. «Prima di arrivare al risultato finale – spiega D’Auria – abbiamo testato ciascun componente e poi li abbiamo assemblati tutti insieme. Il materiale con il quale è realizzato il primo esemplare – continua – è di ferro, ma in fase di produzione dovrà essere di acciaio inossidabile. È possibile comporre il macchinario con dimensioni diverse, personalizzandolo a seconda delle esigenze del cliente e delle capacità dell’azienda. Inoltre, è possibile disinserire le funzioni senza doverlo spostare dalla linea di produzione. L’aroma e il sapore delle conserve è assicurato e le potenzialità di vendere un prodotto qualitativamente più gustoso nei mercati più diversi, da quelli domestici a quelli internazionali, sono notevoli. Tutti conoscono la bontà del “tomato” e, con l’utilizzo del nostro macchinario, si assicura quel quid di bontà che solo l’esperienza tutta italiana in campo gastronomico è capace di garantire». Il brevetto è in cerca di un’azienda che voglia produrlo su larga scala. «Siamo due privati – chiarisce Longobardo – e non abbiamo la disponibilità economica, ma potremmo studiare delle forme di partnership o immaginare una licenza gratuita per la costruzione del primo esemplare con le industrie che fossero interessate». Il prototipo è stato brevettato sia a livello nazionale che europeo. «Quando Cosimo mi ha parlato della sua idea – racconta Longobardo, ingegnere che lavora nel settore energetico per un’importante multinazionale – era già in uno stadio abbastanza avanzato. Così mi sono assunto il compito di redigere il brevetto scrivendo nei minimi dettagli tutti gli aspetti perché ci fosse riconosciuta l’originalità dell’idea. Ci sono voluti tre anni per ottenere la certificazione nazionale. Poi a Monaco, per il sì al brevetto europeo, è stato analizzato pezzo per pezzo e inizialmente ci è stato obiettato che un macchinario simile c’è già ed è prodotto negli Stati Uniti. Invece, in quel caso, si trattava di un dosatore di polvere che nulla ha in comune con il nostro brevetto che, invece, si basa proprio sulla freschezza delle foglie da inserire nei contenitori». Così, finalmente, arriva il via libera e l’invenzione che ha ottenuto la tutela sia a livello nazionale che europeo. Dopo anni di lavoro per la progettazione prima e per la realizzazione poi e dopo aver atteso che tutti gli iter burocratici si compissero, i due inventori attendono solo che qualcuno voglia investire capitali. Il potenziale per conquistare nuove fette di mercato è notevole e il salto di qualità nel sapore e nell’aroma che determina una piccola foglia di basilico, per chi ama anche un banalissimo ma gustosissimo piatto di spaghetti, è indiscutibile. (La Città di Salerno)