Non si spegne il fuoco delle rivendicazioni polemiche nel parco archeologico di Pompei e la stagione dei conflitti sindacali riparte con un nuovo dissenso espresso dai lavoratori degli Scavi, in giorni, peraltro, nei quali si registra un flusso maggiore di turisti e visitatori nel sito. Stavolta ad aprire un nuovo profilo di contenzioso tra i […]
Non si spegne il fuoco delle rivendicazioni polemiche nel parco archeologico di Pompei e la stagione dei conflitti sindacali riparte con un nuovo dissenso espresso dai lavoratori degli Scavi, in giorni, peraltro, nei quali si registra un flusso maggiore di turisti e visitatori nel sito. Stavolta ad aprire un nuovo profilo di contenzioso tra i dipendenti e la Soprintendenza sono tutte le sigle sindacali in rappresentanza degli addetti del Parco archeologico che in una nota affermano come «in presenza della voluta disattenzione dell’amministrazione, le scriventi organizzazioni sindacali proclamano lo stato di agitazione di tutto il personale del Parco archeologico di Pompei». E pertanto «si invitano i destinatari a intervenire al fine di evitare fasi di conflitto sindacale». Poiché «in assenza di riscontro» i sindacati «metteranno in atto tutte le forme di lotta consentite a tutela dei diritti generali, nell’interesse dei lavoratori e del Parco archeologico di Pompei». La nota è firmata dai rappresentanti aziendali di Cgil, Laura Luongo; della Cisl, Dora Spano; della Uil, Maria Rosa; di Unsa, Michele Cartagine, e di Flp, Nicola Mascolo. Le motivazioni alla base della protesta sono analoghe a quelle che in passato hanno portato a forti tensioni tra operatori della Soprintendenza e la direzione di Massimo Osanna. In aggiunta alle accuse precedenti di «tagli al personale di ruolo a fronte di sprechi per l’assunzione di un gran numero di personale esterno», i sindacati ora denunciano anche sprechi «per l’acquisto di materiali per l’allestimento di mostre ed eventi che puntualmente al termine svaniscono nel nulla». (Corriere del Mezzogiorno)