Il 9 maggio 1978 a Roma le Brigate rosse uccidono Aldo Moro, a Cinisi la mafia uccide Peppino Impastato.
Il 9 maggio del 1978, mentre l’Italia è sotto choc per il ritrovamento a Roma del cadavere di Aldo Moro, in un piccolo paesino della Sicilia affacciato sul mare, Cinisi, a 30 km da Palermo, muore dilaniato da una violenta esplosione Giuseppe Impastato. Trentanove anni fa l’Italia venne scossa da due avvenimenti improvvisi, l’uccisione di […]
Il 9 maggio del 1978, mentre l’Italia è sotto choc per il ritrovamento a Roma del cadavere di Aldo Moro, in un piccolo paesino della Sicilia affacciato sul mare, Cinisi, a 30 km da Palermo, muore dilaniato da una violenta esplosione Giuseppe Impastato. Trentanove anni fa l’Italia venne scossa da due avvenimenti improvvisi, l’uccisione di Peppino Impastato per mano della mafia e il ritrovamento del corpo di Aldo Moro Presidente della Democrazia Cristiana in via Caetani a Roma. Due simboli di un’Italia che cercava di lottare contro due mali, la mafia e il terrorismo.
La vita di Peppino impastato é percorsa da una intensa attivita politico-culturale, nasce a Cinisi in provincia di Palermo, da una famiglia mafiosa, da ragazzo rompe tutti i legami con il padre e nel 1965 inizia la sua attività aderendo al PSIUP e nello stesso anno fonda un giornalino “L’idea Socialista”, conduce le lotte insieme ai contadini che gli furono espropriate le terre per la costruzione della terza pista dell’aereoporto di Palermo, sarà anche al fianco degli edili e dei disoccupati.
Peppino Impastato viene sopratutto ricordato per “Radio Aut” radio libera autofinanziata che fonda nel 1976, con cuoi denuncia i delitti e gli affari dei mafiosi di Cinisi e Terrasini, il programma più seguito infatti era “Onda pazza” trasmissione satirica con cui sbeffeggiava mafiosi e politici. Nel 1978 si candida nella lista di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali, ma nel corso della campagna elettorale nella notte tra l’8 e il 9 maggio venne assassinato. Pochi giorni dopo, gli elettori di Cinisi votano il suo nome riuscendo ad eleggerlo simbolicamente al Consiglio comunale.
Il 16 marzo 1978, giorno della presentazione del nuovo governo, guidato da Giulio Andreotti, la Fiat 130 che trasportava Moro, dalla sua abitazione alla Camera dei deputati, fu intercettata da un commando delle Brigate Rosse all’incrocio tra via Mario Fani e Via Stresa. Gli uomini delle BR uccisero, in pochi secondi, i 5 uomini della scorta (Domenico Ricci, Oreste Leonardi, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera, Francesco Zizzi) e sequestrarono il presidente della Democrazia Cristiana.
Dopo una prigionia di 55 giorni, il corpo di Aldo Moro, venne ritrovato il 9 maggio nel baule posteriore di un’automobile Renault 4 rossa a Roma, in via Caetani, emblematicamente vicina sia a Piazza del Gesù (dov’era la sede nazionale della Democrazia Cristiana), sia a via delle Botteghe Oscure (dove era la sede nazionale del Partito Comunista Italiano). aveva 61 anni.
Il 9 Maggio 1978 un giorno che non deve cadere nel dimenticatoio, anzi deve essere ricordato parlandone ai ragazzi, affinche possano crescere con punti di riferimento di alto valore civile, culturale e politico. In questo momento, sopratutto molto difficile per il nostro paese, dove, oltre alla crisi economica, si unisce una crisi di valori sia sociali che politici, bisogna ritrovarsi attorno a queste figure che sacrificando la propropria vita, hanno contribuito a regalarci un pezzo di Libertà.