Il fratello del giovane kamikaze di Manchester confessa: «Sono dell’Isis e sapevo dell’attentato»
Arresti nella cerchia familiare per la strage di Manchester. Si tratta del padre di Salman Abedi, il kamikaze che ha ucciso 22 persone, in gran parte ragazzi e bambini che assistevano al concerto di Ariana Grande a Manchester. Si chiama Ramadan ed è stato arrestato a Tripoli. Sempre a Tripoli è stato preso il fratello […]
Arresti nella cerchia familiare per la strage di Manchester. Si tratta del padre di Salman Abedi, il kamikaze che ha ucciso 22 persone, in gran parte ragazzi e bambini che assistevano al concerto di Ariana Grande a Manchester. Si chiama Ramadan ed è stato arrestato a Tripoli. Sempre a Tripoli è stato preso il fratello minore del kamikaze, il 20enne Hashem. Quest’ultimo si sta rivelando la pedina più preziosa: ha confessato, secondo la polizia dell’antiterrorismo locale, la Rada, di essere membro dell’Isis, di essere al corrente del progetto del fratello, che era tornato da Tripoli a Manchester solo quattro giorni prima di compiere la strage lunedì sera. Non solo. A sua volta Hashem dopo essere stato una volta in Gran Bretagna il 16 aprile, stava preparando un attacco nella capitale libica. Questi gli ultimi sviluppi insieme alla rivelazione del New York Times che ha pubblicato le foto dei resti dell’ordigno usato dal kamikaze, dalla cui analisi appare essere molto più sofisticato di quanto inizialmente riferito. Secondo Il Nyt, che cita risultati preliminari dell’inchiesta britannica, l’ordigno era «piccolo ma estremamente potente, riposto in un contenitore di metallo (non più grande di un barattolo) celato a sua volta in uno zaino azzurro Karrimor e aveva un detonatore che il kamikaze teneva nella mano sinistra». Dall’analisi «dei resti non è possibile stabilire il tipo di esplosivo usato ma emerge che l’ordigno era stato preparato con cura e grande attenzione». A due giorni dall’attentato, è inoltre certo che Salman non ha agito da solo. Emerge, con il proseguire delle indagini, che la rete del terrore che ha aiutato lunedì notte Salman Adebi ad uccidere 22 persone all’Arena di Manchester oltre ad essere attiva nel Regno Unito aveva una solida base in Libia. Vista la natura dell’ordigno, il kamikaze poteva contare almeno su un artificiere esperto o – meno probabile vista la complessità con cui era stata preparata – nelle tre settimane che secondo il Times ha trascorso in Libia, prima di tornare a Manchester per la sua missione suicida, era stato addestrato a fabbricare la bomba. Intanto è stato diffuso un video dell’attentatore al concerto. Un giovane curvo vestito di nero, con il volto in parte celato da un berretto con ampia visiera dello stesso colore, uno zaino con l’interno di colore azzurro sulle spalle e scarpe da ginnastica. Queste le immagini riprese dalla telecamere a circuito chiuso (Cctv) diffuse dalla rete britannica Sky News di quello che la polizia ritiene sia Salman Abedi, il kamikaze 22enne, mentre si dirige verso la Manchester Arena per compiere la sua missione di morte. Nello zaino è celato il piccolo ma potente e sofisticato ordigno, imbottito di chiodi e biglie di ferro, che al momento della deflagrazione si sono trasformati in proiettili letali che hanno stroncato la vita di 22 persone, molti bambini, e ne hanno ferito 59. Due donne sono state arrestate in Francia perché pronte ad agire e colpire l’Esagono. Secondo France3 gli arresti sono avvenuti ieri a Haubourdin, sobborgo a sud-ovest di Lille, e Lille dove le forze speciali della polizia sono intervenute per catturare le due ragazze ventenni. Entrambe vivevano con i genitori e comunicavano tra di loro attraverso diversi social network. Erano già seguite da una settimana quando è stato registrato un aumento dei loro contatti con la Siria. In serata sono state trasferite al quartier generale del Dgsi (i servizi segreti interni) a Levallois- Perret. (La Città)