In Campania evasione scolastica record, uno studente su tre lascia. Ma l’ex sottosegretario all’Istruzione smentisce
In Campania è allarme dispersione scolastica. Le cifre choc arrivano dalla Regione, per la quale i dati superano di molto la media nazionale e arrivano intorno al 30%. Numeri, tuttavia, contestati da Marco Rossi Doria, ex sottosegretario all’Istruzione, che li ridimensiona a margine di un convegno a Napoli. Per l’assessore regionale all’Istruzione, Lucia Fortini, quasi […]
In Campania è allarme dispersione scolastica. Le cifre choc arrivano dalla Regione, per la quale i dati superano di molto la media nazionale e arrivano intorno al 30%. Numeri, tuttavia, contestati da Marco Rossi Doria, ex sottosegretario all’Istruzione, che li ridimensiona a margine di un convegno a Napoli. Per l’assessore regionale all’Istruzione, Lucia Fortini, quasi uno studente campano su tre fugge dai banchi di scuola. I dati vengono diffusi durante una conferenza stampa a palazzo Santa Lucia con una delegazione di docenti e studenti delle scuole del rione Sanità di Napoli impegnati nel progetto “Scuola Viva”. È il piano della Regione finito al centro di uno scontro tra la giunta e il centrodestra, perché i fondi sono stati recuperati da quelli previsti per l’edilizia scolastica, circa 30 milioni stanziati dalla amministrazione Caldoro. “Scuola viva” è il programma triennale, finanziato mediante risorse del Fondo Sociale Europeo, con cui la Campania realizza una serie di interventi volti a potenziare l’offerta formativa del sistema scolastico regionale, con l’obiettivo di innalzarne il livello della qualità. «Uno strumento utile e importante per coinvolgere nel progetto di scuola aperta il pomeriggio le famiglie – spiega Fortini – a prescindere dall’estrazione sociale. Noto una disillusione da parte delle famiglie che hanno perso fiducia nelle istituzioni e per questo diventa difficile per la scuola motivare un ragazzo». Circa 500 istituti restano aperti di pomeriggio per offrire iniziative culturali, sociali, artistiche e sportive agli studenti, in particolare nelle realtà più difficili. Oltre 400.000 i giovani coinvolti nei circa 3.000 moduli didattico-formativi. Con questa strategia di contrasto la Regione pensa di arginare il fenomeno della dispersione scolastica. E che il quadro sia molto grave non lo nasconde neppure Rossi Doria, che però precisa: «Il ministero ha dati diversi e migliori, ci attestiamo sul 20% di evasione scolastica. Bisogna vedere la Regione Campania quali parametri adotta, come sono stati raccolti i dati. Ma comunque anche il 20% è elevatissimo». L’ex sottosegretario dei governi Monti e Letta poi si scaglia contro la formazione professionale: «Non si capisce perché si continui a spendere soldi per un settore che nel Mezzogiorno è finto – afferma durante la giornata inaugurale del Festival dello Sviluppo Sostenibile – Da decenni il Sud soffre per un handicap indotto da incompetenza delle classi dirigenti, del Mezzogiorno in generale e anche della Campania, nell’uso delle ingentissime risorse allocate per la formazione professionale. Io ho vissuto per alcuni mesi in Trentino e ho visto come lì e in Friuli, Veneto, Piemonte, Lombardia, la dispersione scolastica si abbatte perché il 22-25% dei ragazzi va a fare per almeno un triennio una formazione professionale vera. Gli studenti continuano a imparare la matematica, le lingue e l’informatica ma imparano un mestiere per cui possono girare l’Europa da falegnami finiti, da meccanici con la meccanica di oggi, che è quindi l’elettronica, o come parrucchieri e professionisti della cura altamente specializzate. Al Sud ci sono rare eccezioni di livello, in particolare negli alberghieri, ma per il resto si sono spesi una quantità di soldi senza un legame vero tra formazione professionale e impresa come c’è in altre zone». Rossi Doria ricorda che si parla di un «un fattore decisivo nell’abbattere il fallimento formativo». Ma sull’amministrazione De Luca «sospendo il giudizio», chiarisce. E aggiunge: «Ho visto gli ultimi bandi, mi sembrano ancora non chiari, bisognerà vedere se c’è una inversione di tendenza. Un piccolo bando ha dato priorità a persone che fanno qualcosa in concreto, ma devo ancora capire». (La Città)